Centro commerciale abusivo a Paratico, slitta la demolizione

Flavio Archetti
La società costruttrice ha sessanta giorni per presentare un nuovo ricorso. La minoranza chiede le dimissioni della Giunta
Il centro commerciale di via Mazzini - © www.giornaledibrescia.it
Il centro commerciale di via Mazzini - © www.giornaledibrescia.it
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L’abbattimento del centro commerciale di via Mazzini (ex piscine) a Paratico può aspettare. Era atteso per il 4 dicembre e a ordinarlo – come stabilito dalla sentenza di maggio del Consiglio di Stato – sarebbe dovuto essere il Comune.

Le tempistiche

Invece per l’arrivo delle ruspe i tempi non sono maturi. Ad allungarli è la presa di posizione della costruttrice e proprietaria One Italy, oggi in liquidazione giudiziale e rappresentata da una curatrice fallimentare, che dopo aver ricorso qualche settimana fa al Tar di Brescia contro la sentenza del Consiglio di Stato, e aver ricevuto dallo stesso Tar un’ammissione di «incompetenza» a sentenziare sul giudizio del Consiglio, ha però incassato altri 60 giorni di tempo per avanzare un nuovo ricorso al massimo organo della giustizia amministrativa, con l’obiettivo di far ricredere i giudici sull’abbattimento.

Ad agitare le acque della politica paraticese ieri è arrivata anche la richiesta di dimissioni del sindaco e della Giunta in carica da parte della minoranza «Sosteniamo Paratico», che ha diffuso in paese un manifesto in cui ricorda il rischio che il municipio e i cittadini possano trovarsi a dover pagare 3,5 milioni di euro di danni a One Italy in caso di accoglimento della richiesta di risarcimento avanzata due mesi fa dalla società costruttrice.

Botta e risposta

La consigliera capogruppo di «Sosteniamo Paratico» Clara Alberti insiste nel ricordare che «se sbaglia l’Amministrazione non devono essere i cittadini a pagare ma gli amministratori stessi, lasciando l’incarico. Quello che non ci piace è anche la svendita di beni immobili per pagare le spese legali e far fronte alla questione del centro commerciale, come successo nell’ultimo Consiglio comunale quando la maggioranza ha votato l’alienazione dell’ex Mag».

Di parere diverso il sindaco Carlo Tengattini, secondo cui «innanzitutto la richiesta di risarcimento è solo una richiesta, che nessun tribunale ha ancora avallato in alcun modo. Poi – aggiunge il primo cittadino – crediamo di avere valide ragioni sia nel contestare una cifra così alta (i 3,5 milioni di valore attribuito al centro commerciale), sia nell’affermare che la società costruttrice nel 2020 avrebbe dovuto attendere il giudizio del Consiglio di Stato e non procedere nei lavori e ultimarli come ha fatto. In quel momento non era ancora stato realizzato più di un quarto del totale e mancavano il terzo negozio, la piazza, la rotatoria, i giardini, gli impianti urbanistici e quelli tecnologici. Non è stato il Comune a ordinare che si procedesse – precisa il sindaco Tengattini –, è un rischio che hanno deciso di prendersi in autonomia. Perché adesso dovremmo pagare noi?».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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