Cellino sullo stadio: «Siamo su Scherzi a parte, perizia non professionale»

Il presidente del Brescia: «Nello studio sono conteggiati anche beni che sono di nostra proprietà»
Massimo Cellino - © www.giornaledibrescia.it
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Tra sconcerto e incredulità. Che poi, un po’ è lo stesso. Lo stupore della sindaca Laura Castelletti di fronte alla perizia a oggetto stadio, è lo stesso del presidente del Brescia Massimo Cellino per il quale la partita relativa all’impianto di Mompiano diventa decisiva nell’ottica di far ripartire un progetto rimasto sin qui monco anche nell’ottica di trovare eventuali investitori, soggetti interessati a diventare il Brescia del futuro in un futuro neanche troppo lontano.

«Siamo su scherzi a parte?»: così l’imprenditore sardo ha reagito ieri mattina con i suoi collaboratori alla lettura della rassegna stampa. Il passare delle ore, quando anche il Brescia ha potuto verificare il contenuto integrale della perizia in oggetto, lo stupore non si è attenuato.

Il confronto

Ma anzi è aumentato perché il pensiero è corso subito a quelle che sono state le valutazioni dell’impianto di Bergamo oppure di Udine o, a suo tempo, di Torino. Nello specifico, a far trasalire poi i «tecnici» in materia del club e lo stesso Cellino: «Il fatto che nella perizia sia stato stimato anche il valore dei pitch box, delle sedute, delle strutture metalliche, dei fari e quant’altro...Ovvero, di tutti quei beni di nostra proprietà perché abbiamo provveduto noi a pagarli e che se un domani la concessione dovesse terminare noi avremmo diritto anche a portarci via».

Da noi contattato, Cellino - che sulla vicenda stadio ancora non ha mai avuto incontri nel merito con la sindaca e che ha una interlocuzione col capo di gabinetto del Comune Giandomenico Brambilla - ha poi proseguito: «Confermo che mi sono sentito su scherzi a parte nell’apprendere della stima sul Rigamonti e non posso non dire - dice - che una perizia così redatta, non è professionale. E se il Comune l’ha pagata, quello sì allora diventa un vero spreco...».

Il progetto nel cassetto

Nel cassetto, il presidente del Brescia ha già un progetto che per ora resta top secret nella sua interezza (quel che se ne sa è riportato nell’altro articolo in questa pagina). Come e con chi intenda eventualmente «metterlo a terra» se dovessero mai maturare le condizioni, è altrettanto non ancora chiaro. Di certo, confermano dal suo entourage, il proprietario del club ha aperti più canali di dialogo con rappresentanti di fondi che ha incontrato anche nei suoi recenti viaggi a Londra.

«Certo - se qualcuno può avere un interesse per il Brescia - per un ingresso in società o per rilevare la società, se legge certe cose e certe cifre dopo che peraltro vede lo stadio attuale e quanta poca gente c’è - non so che tipo di voglia possa maturare. Anzi».

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