La cat sitter: «Il gatto di casa lasciato solo per giorni soffre»

Nonostante l’alta stagione, Fernanda Hinostroza, cat sitter professionista e fondatrice di «Cat sitter Brescia», è riuscita, tra un appuntamento e l’altro, a raccontarci una sua giornata tipo al lavoro. Il suo servizio di cat sitting è esclusivamente svolto a domicilio perché «i felini sono molto territoriali e spostarli da casa loro, in un ambiente del tutto sconosciuto, potrebbe essere fonte di stress».
L’approccio
Il suo lavoro comincia con un colloquio conoscitivo durante il quale si informa sullo stato di salute del gatto. In un secondo momento tenta un approccio. «Ogni gatto è diverso – racconta –. È importante essere pazienti, delicati ed empatici. All’inizio mi posiziono sul divano e aspetto che mi annusino e si avvicinino. Se ci piacciamo posso proseguire con il mio lavoro. Mi occupo quindi della pulizia della lettiera, do loro da mangiare, se lo gradiscono gioco e li coccolo, e poi verifico il loro stato di benessere».
Fernanda, in questo settore da diversi anni, è anche consulente di fine vita felina. Racconta con passione del suo team composto da circa 50 persone: 40 si stanno formando e 9 hanno già conseguito il diploma da cat sitter: «Siamo in tante perché negli ultimi anni c’è una maggiore consapevolezza e richiesta di assistenza a domicilio. Il mito che vorrei sfatare è che il gatto sia totalmente autonomo. È vero che sono molto indipendenti, ma i nostri gatti da appartamento, abituati a ricevere coccole, cibo e attenzioni, non possono restare soli per giorni. Se una famiglia sta in vacanza per un’intera settimana, non posso pensare di andare ad occuparmi del loro animale saltuariamente, perché soffrirebbe». E aggiunge: «Sono degli animali veramente forti. Mi hanno insegnato ad essere resiliente e a prendere coraggio».
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