Castelletti: «Il Musil si farà ma dovrà essere più contemporaneo»

Loggia, Provincia, fondazioni ed enti rilanciano il progetto, ma la sindaca di Brescia insiste: «Deve parlare alle nuove generazioni»
L'area industriale dismessa in via Stefana - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
L'area industriale dismessa in via Stefana - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Il polo centrale del Museo dell’Industria e del Lavoro (Musil) si realizzerà, ma va rivisitato a partire dal contenuto che dovrà partire da uno sguardo più contemporaneo. Per dirla letteralmente con le parole scelte dalla sindaca di Brescia Laura Castelletti, «si tratta di una scelta strategica che resta nell’agenda, ma che deve trovare un nuovo slancio ed energie per decollare, perché fatica a coinvolgere e ad appassionare» e «se non si allarga il consenso attorno a questo progetto e non si parla alle nuove generazioni, il rischio vero è che il Musil nasca già vecchio».

L’occasione per tornare a parlare di un’opera nata sulla carta ormai diciannove anni fa (correva l’anno 2005) è stata la giornata di studio intitolata appunto «Musil: un museo necessario», che ha visto alternarsi al tavolo dei relatori nel saloncino emeroteca del Broletto ben diciotto relatori tra figure istituzionali (presenti il numero uno della Provincia Emanuele Moraschini e l’assessora regionale Francesca Caruso), presidenti delle Fondazioni Brescia Musei (Francesca Bazoli), Luigi Micheletti (Paolo Corsini), Civiltà Bresciana (Mario Gorlani), storici (Carlo Simoni, Gianfranco Porta), vicepresidente e direttore del Musil (Giovanni Tampalini e René Capovin), architetti (Marco Frusca, Claudio Buizza, Ettore Fermi e Luciano Lussignoli, Università degli Studi di Brescia (Cristina Alessi), Camera del Lavoro (Francesco Bertoli), A2A (con il vicepresidente Giovanni Comboni) e associazione Amici del Museo di Scienze naturali (Mario Capponi).

A che punto siamo

A che punto siamo a livello amministrativo? Il progetto – ridimensionato per rispettare un budget più ristretto – c’è e la gara è stata espletata. Resta però il contenzioso tra la società che aveva l’obbligo di realizzare l’opera a scomputo degli oneri di urbanizzazione (Basileus) e l’impresa che si è aggiudicata l’appalto.

Parallelamente Loggia e Regione stanno lavorando per ridefinire e aggiornare l’accordo di programma del 2005. «Con Basileus stiamo definendo i dettagli, un passaggio che ci consentirà di procedere con l’escussione della fideiussione, necessaria per avviare i lavori» conferma la sindaca. Che, però, ribadisce senza giri di parole la sua linea: «Tra i relatori dei tanti convegni non c’è mai un trentenne. Personalmente mi rivolgerei a un collettivo di giovani per ascoltarne le proposte. Fatta questa premessa, il Musil esiste già e va completato perché ha il ruolo fondamentale di promuovere e diffondere la storia dell’industrializzazione a Brescia, tramandandone la memoria. Certo è che, lo ripeto, il progetto va aggiornato, questo museo deve essere reso più attuale: la sua realizzazione, considerando il tempo trascorso, comporterà un carico economico maggiore rispetto a quello preventivato, ma l’impegno continua. E intendiamo concluderlo entro questo mandato».

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