Caso Singh, il consigliere può diventare capogruppo di se stesso in Loggia

Chi gli ha parlato non lo ha trovato troppo convinto di fare il passo indietro. «Sono innocente, non ho fatto nulla» ripete ai suoi interlocutori Balwinder Singh, il consigliere comunale di centrodestra in Loggia indagato con la moglie per maltrattamenti sulle figlie. Avrebbero posto le due ragazze - una tra poco maggiorenne e l’altra 23enne - «in uno stato di umiliazione e vessazione incompatibili con le normali condizioni dell’esistenza».
E il gip ha deciso di applicare alla coppia il braccialetto elettronico. E già questo dovrebbe essere un primo segnale in grado di spingere un personaggio pubblico a dimettersi dall’incarico che ricopre. L’immagine di un politico sottoposto a misura cautelare - è stato disposto nei suoi confronti il divieto di avvicinamento alle due figlie - e con tanto di braccialetto elettronico per rendere più efficace il provvedimento, non è sicuramente il miglior biglietto da vista per lui e per l’intera amministrazione che rappresenta.
L’attesa
«Ci penso, mi prendo 48 ore di tempo per decidere sulle dimissioni» ha comunicato ai vertici del gruppo - l’ex «Civica Rolfi sindaco» poi diventata nei mesi scorsi «Brescia civica» - che gli hanno chiesto con decisione già sabato mattina di lasciare il suo ruolo di consigliere. Un incarico a cui Singh (233 preferenze incassate alle amministrative del 2023) tiene particolarmente se è vero che addirittura fuori casa sua ha fatto applicare una targhetta con il ruolo sotto il nome: «Consigliere comunale di Brescia». Come un medico, un avvocato, un commercialista.
«I miei assistiti si proclamano innocenti e sono convinti di chiarire quanto prima la vicenda» ha commentato l’avvocato Federico Scalvi, il legale della famiglia Singh. Difende il consigliere comunale in Loggia, sua moglie - pure lei indagata per maltrattamenti sulle due figlie alle quali i genitori avrebbero impedito con botte, minacce e insulti, di vivere all’occidentale - e anche il figlio maschio, 26 anni, che dal 21 marzo si trova in carcere con l’accusa di violenza sessuale sulla sorella maggiore.
Le accuse per il nucleo familiare sono pesantissime e i provvedimenti del gip sono scattati dopo mesi di indagini e dopo un pronunciamento del tribunale dei minori, che a novembre ha disposto l’allontanamento da casa della figlia minore.
E se non lascia?
Il quadro giudiziario è sicuramente complesso e l’intera politica locale ritiene doveroso il passo indietro di Singh. Che però non è obbligato alle dimissioni e quindi potrebbe anche decidere di restare in Loggia. A quel punto il gruppo in cui è stato eletto sarebbe quasi costretto - dopo averlo scaricato pubblicamente sabato mattina - ad allontanarlo.
E Balwinder Singh si ritroverebbe nel gruppo misto. E - essendo unico componente - anche capogruppo di se stesso. Avrebbe diritto quindi a partecipare ad ogni Commissione con relativo gettone di presenza.
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