Da Palermo a Strasburgo: la Carovana della Pace ha fatto tappa a Brescia

L’intento è quello di portare un messaggio di disarmo, giustizia sociale e nonviolenza attiva nei luoghi della vita quotidiana
  • La Carovana della Pace ha fatto tappa a Brescia
    La Carovana della Pace ha fatto tappa a Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    La Carovana della Pace ha fatto tappa a Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    La Carovana della Pace ha fatto tappa a Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Una mattina fresca e non troppo grigia ha accolto il passaggio della Carovana della Pace «Peace at Work», arrivata oggi a Brescia per la sua 52esima tappa. Il viaggio partito da Palermo il 2 settembre continua dunque qui il suo percorso lungo l’Italia del lavoro, delle scuole, delle cooperative e dei cantieri, con l’intento di portare un messaggio di disarmo, giustizia sociale e nonviolenza attiva nei luoghi della vita quotidiana. La Carovana terminerà il suo percorso il 15 dicembre al Parlamento Europeo di Strasburgo, dove verrà consegnato un appello alle istituzioni comunitarie.

L’arrivo alle 10.45 ha trasformato Largo Formentone in uno spazio di relazione. La delegazione è giunta accompagnata al progetto ciclo-podistico «Per…Corri la Pace», che sostiene ogni tappa con una presenza simbolica e sportiva. L’Amministrazione comunale ha dato il saluto ufficiale alla presenza di cittadine e cittadini che si sono raccolti per accogliere il gruppo.

A rappresentare le Acli nazionali e provinciali c’erano Raffaella Dispenza, vicepresidente nazionale, e Stefania Romano, presidente provinciale. Le due rappresentanti sono state ricevute dal presidente del consiglio comunale Roberto Rossini con gli assessori Marco Fenaroli e Valter Muchetti. Romano ha ricordato che il passaggio della Carovana cade nel pieno del Festival della Pace, un nesso che ha definito «naturale e prezioso». Ha aggiunto che la pace è un lavoro quotidiano: «Non è assenza di guerra bensì costruzione di un mondo migliore nell’ottica delle relazioni». Dispenza ha proseguito sul solco del suo intervento, evidenziando l’obiettivo di dare valore alle relazioni giuste e di riconoscimento, con la speranza di lasciare una traccia concreta nelle comunità raggiunte dal viaggio.

L’Università e la ricerca sulla pace

Il percorso cittadino ha guidato la Carovana verso piazza del Mercato, dove la delegazione è stata accolta alle 11.30 dal prorettore con delega all’impegno sociale Carlo Alberto Romano. Romano ha illustrato le attività di University for Peace, il centro interdisciplinare dell’Università degli Studi di Brescia dedicato allo studio della pace, alla prevenzione e alla gestione dei conflitti. Un tassello accademico che rinsalda il legame tra il viaggio della Carovana e il lavoro scientifico svolto sul territorio.

In questo momento si è aggiunta anche una presenza simbolica forte: la grande bandiera della pace, sventolata in un gesto collettivo insieme al rettore Francesco Castelli e alle studentesse e agli studenti dell’Istituto Capirola di Ghedi, accompagnati dalle docenti Elisabetta Muchetti e Immacolata Toscano.

Memoria e generazioni

La giornata bresciana della Carovana ha previsto anche uno spazio dedicato alla riflessione sulla memoria e sulle ferite ancora aperte della violenza. Al Centro diocesano Comunicazioni sociali di via Callegari, la delegazione ha incontrato la redazione de La Voce del Popolo per un confronto su «Quale informazione per una cultura della pace». Tra le voci presenti c’era Atsamaz, giovane nato a Beslan (Ossezia del Nord), sopravvissuto alla strage avvenuta tra l’1 e il 3 settembre 2004 nella scuola n.1 della città. Atsamaz ha condiviso anche il suo percorso presso Rondine Cittadella della Pace, la realtà toscana che accoglie giovani provenienti da Paesi in conflitto e li sostiene in un lavoro quotidiano di convivenza. Un metodo che si basa sulla scoperta della persona nel proprio nemico e che rappresenta una delle esperienze più riconosciute a livello internazionale nel campo della trasformazione dei conflitti.

Alle 16 la tappa al giardino dedicato «Ai bambini di Beslan» in via Ziliani, un luogo che Brescia ha scelto per mantenere viva la memoria dei piccoli uccisi nella strage. Il ricordo dei bambini, a vent’anni dai fatti, ha chiuso un percorso cittadino intenso e profondamente umano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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