Burocrazia lenta, a Brescia i finanzieri in pensione sono una risorsa

I volontari dell’Anfi svolgono un lavoro completamente gratuito in Prefettura e al Palagiustizia: «Siamo una decina e ci occupiamo soprattutto di sanzioni amministrative»
Pratiche accatastate da sveltire - © www.giornaledibrescia.it
Pratiche accatastate da sveltire - © www.giornaledibrescia.it
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Da una parte i soliti freddi numeri, per certi versi impietosi, perché nonostante ogni anno venga denunciata la carenza di personale nella Pubblica Amministrazione la situazione non migliora mai. Dall’altra il volto umano di chi, con impegno e senso del dovere, nonostante la meritata pensione, mette a disposizione della collettività la propria competenza e la propria esperienza. Ed è quello che da diversi anni svolgono i militari in congedo della Guardia di Finanza e dei Carabinieri.

Risorsa preziosa

Una collaborazione, iniziata prima negli uffici della Procura e della Corte d’Appello di Brescia (tra il 2013 e il 2015) e poi in quelli della Prefettura, a seguito di un Protocollo d’Intesa, nel 2024. Un impegno gratuito, senza oneri per lo Stato, dal grande valore sociale. Ma anche un’importante risorsa per l’apparato burocratico per velocizzare i flussi di lavoro, contribuendo così a garantire efficienza, tempestività e qualità. Insomma, per smaltire quella montagna di pratiche – sanzioni amministrative legate al codice della strada o all’emissione degli assegni a vuoto, prima reato, oggi appunto illecito amministrativo – che altrimenti rischierebbero di finire in prescrizione.

I numeri

La fotografia dello stato di salute della Pubblica Amministrazione è data senza alcun dubbio dalla mole delle pratiche che devono essere smaltite, ma forse ancor di più dalla carenza di personale. Un dato che non può essere ignorato per comprendere le lungaggini burocratiche. La Prefettura di Brescia, storicamente in stato di emergenza, ha una pianta organica ridotta del 50% e non a caso, per affrontare questa situazione – che riguarda anche la Questura – si era fatto ricorso ai lavoratori interinali.

Dati più precisi, invece – riportati durante l’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2025 – sono quelli che riguardano gli uffici del Tribunale di Brescia, della Corte d’Appello e della Procura. Carenza non solo nelle fila dei magistrati, ma anche nel personale amministrativo: la scopertura che si registra è del 38,08%, che arriva al 42,05% alla Corte d’Appello. Per non parlare dell’assenza di dirigenti amministrativi.

L’impegno

Il presidente onorario Mario Cavarretta - © www.giornaledibrescia.it
Il presidente onorario Mario Cavarretta - © www.giornaledibrescia.it

Ed è proprio in questo quadro emergenziale che si inseriscono i militari in congedo dell’Anfi, l’Associazione nazionale finanzieri d’Italia che a Brescia è stata fondata 99 anni fa e che l’anno prossimo si prepara a festeggiare in grande stile il secolo di storia. «L’attività di volontariato ci permette di rimanere parte della vita civile e istituzionale del Paese – spiega il presidente onorario, luogotenente Mario Cavarretta, una vita in servizio al Comando provinciale delle Fiamme gialle di via Milano –. Il nostro obiettivo è rafforzare l’efficienza della macchina amministrativa e, allo stesso tempo, dimostrare che anche in congedo si può dare un contributo importante».

E nel concreto ogni giorno i finanzieri in pensione, oggi guidati dal presidente, maresciallo aiutante Carmine Battista, si recano negli uffici della Prefettura e del Palagiustizia per svolgere il proprio lavoro. «Siamo in una decina a fare volontariato e divisi in gruppi riusciamo a coprire circa quattro mattine alla settimana – conclude Cavarretta, mentre mostra la nuova sede dell’Anfi, collocata al quarto piano del Comando provinciale –. Abbiamo la nostra postazione, il nostro computer nel quale inseriamo i dati delle pratiche che ci vengono assegnati. Ci occupiamo soprattutto di sanzioni amministrative, legate alle violazione del Codice della strada e agli assegni emessi a vuoto, perché c’è il rischio che cadano in prescrizione e questo noi non vogliamo che succeda».

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