Carabinieri morti: Luisa Ramponi lascia l’ospedale e va in carcere

La donna innescò la miccia, collegata a otto bombole del gas, che causò l’esplosione nel casolare di Castel D’Azzano il 14 ottobre
La cascina dopo l'esplosione - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
La cascina dopo l'esplosione - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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È stata dimessa dall'ospedale di Borgo Trento, a Verona, Maria Luisa Ramponi, la sorella di Franco e Dino, accusati della strage di Castel d'Azzano (Verona) nella quale il 14 ottobre scorso nell'esplosione del casolare di famiglia sono morti tre Carabinieri e sono rimaste ferite altre 26 persone. Lo confermano fonti dell'Azienda ospedaliera universitaria di Verona. La donna, accusata di aver materialmente innescato la miccia che ha causato la deflagrazione, è stata trasferita nel carcere veronese di Montorio, dove sono già detenuti i due fratelli.

La 59enne è quindi accusata di essere l'autrice materiale dell'esplosione che ha ucciso i carabinieri Valerio Daprà, Marco Piffari e Davide Bernardello. Altre 25 persone, oltre alla stessa donna, erano rimaste ferite nella deflagrazione.

Maria Luisa Ramponi nell'esplosione, innescata da una miccia collegata a otto bombole di gas, aveva riportato gravi ustioni. Fonti ospedaliere confermano che la donna «è lucida ed ha anche recuperato peso». Con il trasferimento in carcere Maria Luisa Ramponi potrà essere interrogata dal magistrato che coordina l'indagine».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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