Brigitte Bardot e il legame con Brescia: la battaglia contro Green Hill

Tra i legami che Brigitte Bardot, mancata oggi all’età di 91 anni, ha intrecciato nel corso della sua lunga battaglia per i diritti degli animali c’è anche quello con il Bresciano. L’ex attrice francese seguì, nel 2012, la vicenda dell’allevamento Green Hill di Montichiari, diventata negli anni uno dei casi simbolo della lotta contro la vivisezione, intervenendo con prese di posizione pubbliche e un sostegno concreto a quanto stava accadendo nella Bassa bresciana.
La vicenda dell’allevamento, al centro per anni di polemiche e battaglie giudiziarie, aveva attirato l’attenzione di una delle più celebri icone dell’animalismo internazionale. Bardot non si limitò a esprimere solidarietà a distanza, ma prese posizione in modo diretto, contribuendo a portare il caso di Montichiari all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale.
Da tempo impegnata nella difesa dei diritti degli animali, Bardot scrisse una lettera al ministro della Giustizia di allora, Paola Severino, chiedendo di «vegliare alla liberazione» dei militanti coinvolti nelle proteste contro Green Hill, da lei definiti «resistenti». Nella missiva ricordava il sit-in davanti ai cancelli dell’allevamento, quando alcuni attivisti riuscirono a introdursi simbolicamente nella struttura, liberando una trentina di cuccioli di beagle destinati, secondo gli animalisti, alla sperimentazione. Un gesto che l’attrice definì un «atto di umanismo», compiuto «con il cuore e la ragione».
Parole durissime, che fecero rapidamente il giro dei media internazionali. Bardot arrivò a paragonare l’allevamento a un «inferno» per gli animali e chiese apertamente che i militanti fermati non venissero condannati, sostenendo che avevano agito senza premeditazione e per salvare vite innocenti. Il suo appoggio non restò isolato: in quei giorni si moltiplicarono sit-in e manifestazioni contro Green Hill in almeno venti Paesi, con presidi in numerose città italiane e davanti a consolati e ambasciate all’estero, da Parigi a New York.
Dopo il sequestro dell’allevamento da parte della Forestale, Bardot espresse pubblicamente soddisfazione, definendo l’operazione «la prima buona notizia dell’anno» e ribadendo che Green Hill «deve chiudere definitivamente».
Attraverso la Fondazione Brigitte Bardot, l’ex attrice passò anche ai fatti: furono donati 10.000 euro per contribuire alle cure veterinarie e all’affidamento dei circa 2.500 cani sequestrati alla società di Montichiari. Un aiuto concreto destinato a sostenere le famiglie affidatarie e il recupero degli animali.
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