Brescia, la San Filippo punta a riqualificare gli impianti sportivi

Alcuni sono più coriacei, altri più acciaccati. (Quasi) tutti cercano di «resistere» in attesa del loro turno. E siccome il portafoglio piange, sanno che di pazienza ce ne vuole ancora un po’. «Loro» sono gli impianti sportivi e i campi da calcio cittadini, gestiti (o di proprietà) dalla San Filippo, la società 100% Loggia che ha la regia di 93 strutture, descritti da una larga parte degli utenti come «malridotti» e «in deficit di interventi e cura». Questione annosa e a più riprese al centro del dibattito cittadino e politico, quella dello «stato di salute» di palazzetti e campetti. Che, proprio ieri, si è infine «arrampicata» in cima all’ordine del giorno del Consiglio di amministrazione della Spa.
Il preventivo necessario per ottenere un patrimonio sportivo con tutti i crismi è salatissimo: oltre 30 milioni di euro. Fondi che, però, né la società né la Loggia che la controlla totalmente hanno in cassa: la prima, perché le tariffe attuali sono ancora insufficienti per sopportare gestione e manutenzioni; la seconda perché - ha ribadito più volte la squadra di Giunta - le esigenze e i servizi pubblici (sociale in primis) risucchiano buona parte del tesoretto comune. Ora, però, sul tavolo ci sono due strade per interrompere questo destino incancrenito. A cui si aggiunge la «variante Union Brescia».
Usurati
«Da quasi dieci anni io e un gruppo di amici affittiamo il campo da calcio a 6 del centro San Filippo Brescia. Purtroppo, è molto usurato. Qualche anno fa è stato effettuato un intervento manutentivo assurdo che, invece di risolvere i problemi, li ha aggravati: il manto sintetico è stato sostituito solo nella parte centrale e tra le due zone laterali e quella centrale si è creato un pericoloso gradino - scrive un utente -. Più in generale, le cattive condizioni in cui versa il campo impongono una seppur minima manutenzione».
Una situazione che né il Comune né la società negano. «Conosciamo bene la questione - conferma l’assessore allo Sport, Alessandro Cantoni -: si sta cercando di trovare i fondi necessari per questi interventi e, nel frattempo, sono cresciuti gli investimenti. Il prossimo anno, verosimilmente, le risorse saranno dirottate sui campetti». Il focus della denuncia, però, è il polo di via Bazoli, direttamente di proprietà della San Filippo ed è in condizioni critiche. «Stiamo scontando anni di ritardi nelle manutenzioni: il rilancio del centro fa parte del mandato conferito al direttore» conferma il presidente della società, Nicola Fiorin. Proprio ieri il Consiglio di amministrazione ha iniziato ad approfondire le due strade percorribili per trovare i soldi necessari: la prima via è il finanziamento con il credito sportivo (alias: mutui a tasso zero o agevolato), la seconda un partenariato pubblico-privato, che funziona mettendo a bando un progetto di riqualificazione (diventerebbe in sostanza una sorta di leasing).
Deadline
In questo quadro, c’è però una partita che si gioca in parallelo. «Stiamo attendendo anche di capire se l’Union Brescia sia interessata alle nostre strutture oppure no ed, eventualmente, quanti campi servono alla società, chi si occupa del pagamento, se serve un utilizzo esclusivo oppure no. In quel caso la strada sarebbe quella del partenariato e si procederebbe con un bando».
Tutte decisioni, queste, che entro un paio di mesi dovranno essere definite. «Stiamo conducendo i due approfondimenti con gli scenari economici e di sostenibilità della società, analisi e proiezioni per le quali serve tempo fino alla fine dell’anno. Entro gennaio il quadro sarà definito, dunque si procederà o in un senso o nell’altro». All’inizio del 2026, dunque, anche l’Union Brescia dovrà esprimere un verdetto.
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