Brescia ricorda la strage di piazza Loggia: «Una ferita ancora aperta»

Ricorre oggi il 51esimo anniversario dello scoppio della bomba costato la vita a otto persone
Strage di Piazza Loggia: impegno, democrazia, giustizia
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Brescia torna in piazza Loggia. Lo fa, 51 anni dopo, per chiedere quel tassello fondamentale di giustizia che ancora manca e, nell’anniversario della strage che uccise otto persone e ne ferì altre 102, per ricordare i caduti.
Alle 10,12 puntuali gli otto rintocchi dei Macc de le ure, tributo a Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Alberto Trebeschi, Vittorio Zambarda e Bartolomeo Talenti.

Sul palco

I rintocchi alle 10.12 in piazza Loggia

Sul palco poi gli oratori, guidati da Maria Rosa Loda, si sono alternate due studentesse della 4F del liceo Gigli di Rovato e la segretaria nazionale della Uil Vera Buonuomo. Prima di cedere loro la parola Maria Rosa Loda ha scandito i nomi delle vittime. «Noi non dimentichiamo i nomi, i volti degli innocenti caduti. Non dimentichiamo le omissioni, i silenzi e le connivenze. Noi non dimentichiamo le forze opache che si scatenarono in quella tragica stagione di sangue» ha detto la sindacalista della Cisl. «La loro testimonianza – ha proseguito Loda, riferendosi alle vittime della strage – resta immortale. La loro eredità ideale deve aiutarci a far crescere una società più giusta, inclusiva e solidale».

Il messaggio di Mattarella

Loda ha poi letto la lettera inviata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 51º anniversario della Strage. «La città di Brescia ha reagito con fermezza e coraggio. Le istituzioni democratiche, le parti politiche, sindacali e sociali sono state capace di una risposta unita in difesa della nostra costituzione che la catena nera dell’eversione voleva aggredire. Vincere i terrorismi – ha scritto Mattarella – e sventare i piani eversivi è stato un percorso difficile e travagliato, pagato con il sangue da tanti innocenti. Le risorse morali e civili di chi si è battuto dalla parte della libertà e della democrazia hanno prevalso sugli stragisti, i conniventi e i loro complici. E la giustizia, sia pure con ritardo rispetto alle angosciose attese, ora è giunta una prima sentenza anche sugli esecutori materiali» ha scritto il presidente Mattarella riferendosi alla condanna di Marco Toffaloni pronunciata dal tribunale dei minori di Brescia lo scorso 3 aprile.

Le studentesse

«Oggi – hanno detto esordendo sul palco Asha e Mame, le due studentesse del Golgi – vorremmo aprire un dialogo, che sappia guardare all’altro non come un nemico, ma come una persona con la sua storia, il suo vissuto e le sue convinzioni. L’esperienza presso la Casa della Memoria ci ha spinte a riflettere sul fatto che oggi, 28 maggio 2025, la società ha bisogno di dialogo proprio come ne aveva il 28 maggio di cinquantun anni fa». Sembra che più di mezzo secolo non sia trascorso, suggeriscono le studentesse. «La strage di matrice neofascita – dicono Asha e Mame – squarciò tante vite, e con loro colpì le diverse realtà della scuola, del lavoro, della vita pubblica, con una ferita quindi che colpì nel cuore una città e una società. Anche oggi, mentre noi parliamo, si avverte un clima di contrapposizione che rende difficile confrontarsi (serenamente) su ciò che è stato, ma anche sulle tragedie del presente con la contrapposizione tra Russia e Ucraina, la situazione nella striscia di Gaza, il conflitto tra India e Pakistan e tutti conflitti di origine etnica, religiosa, economica e politica. Ognuno dei morti, di ieri e di oggi si appella alla nostra coscienza».

Il sindacato

A chiudere l’appuntamento in piazza della Loggia ci ha pensato Vera Buonomo, segretaria confederale Uil. «Piazza della Loggia è una ferita ancora aperta per il nostro Paese. Dobbiamo ricordare, continuando a contrastare ogni intolleranza e ogni razzismo, agire contro chi minimizza la violenza, e mette in discussione diritti conquistati con la perdita di vita umane, come la libertà di
espressione, la solidarietà, la partecipazione, il ruolo dei lavoratori nella vita democratica del paese. E lo diciamo – ha sottolineato Buonomo – con la consapevolezza che le piazze, come questa di oggi, che ogni anno si rinnova, così come già quella del 28 maggio 1974, debbano tornare ad essere il luogo dove si costruisce il futuro». «Essere antifascisti non era allora e non è oggi un esercizio di stile. Non abbiamo piacere e non proviamo felicità nel temere che quei rigurgiti di violenza possano ritornare. La nostra costituzione – ha proseguito la sindacalista – ci ricorda la necessità e l’importanza di perseguire quotidianamente l’uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale. È proprio in quella libertà di parola, di pensiero, di opinione che risiede anche il diritto al dissenso che per noi rappresenta un dovere. Il dovere di non rimanere in silenzio davanti alle ingiustizie, di non girarsi dall’altra parte davanti alle richieste di aiuto. Il dovere di battersi per il rispetto dei diritti sociali richiamati dalla nostra amata costituzione antifascista, nata dal periodo più triste e buio della nostra storia recente».

Le parole di Crosetto e La Russa

«Cinquantuno anni fa il barbaro e vile attentato di piazza della Loggia: uccise otto persone e oltre cento feriti. Colpita nel cuore durante una manifestazione per la democrazia, Brescia rispose con coraggio, unità e determinazione, diventando un esempio per l'Italia intera. La nostra democrazia fu messa alla prova da chi voleva destabilizzarla, ma prevalse lo Stato». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha aggiunto: «Anche oggi, in un mondo segnato da tensioni, conflitti e disinformazione dobbiamo respingere ogni attacco alle istituzioni democratiche, con coraggio e fiducia nella forza del diritto. Il ricordo delle vittime, e di chi portò e porta sul corpo e nell'animo i segni di quella violenza, deve continuare a generare impegno per la libertà, la pace, la democrazia». 

«Il 28 maggio 1974 la strage di Piazza della Loggia sconvolse Brescia e l'intera Nazione. Otto persone persero la vita, oltre cento quelle che rimasero ferite: un vile attentato avvenuto durante una manifestazione. In quella tragica occasione fu l'eversione nera che tentò di colpire al cuore la nostra democrazia, ma la risposta degli italiani anche allora fu ferma. Nessuna violenza potrà mai spezzare i valori di libertà, giustizia e partecipazione su cui si fonda la nostra nazione e la nostra Carta costituzionale. Nel giorno del 51º anniversario della strage, il nostro deferente pensiero va ai familiari delle vittime, alla città di Brescia e a tutti coloro che portano ancora il peso di quella tragedia», le dichiarazioni di La Russa sui social.

L’onorevole Girelli

«Come ogni anno il 28 maggio ci ricorda la strage di piazza Loggia, le vittime dell’attentato, il dolore delle famiglie e dell’intera comunità. Ma ci ricorda anche una strategia eversiva di matrice fascista che ha trovato e deve sempre trovare una risposta unitaria e determinata a difesa dei valori costituzionali di libertà e giustizia vero obiettivo di quella stagione. Piena luce e verità non sono ancora raggiunti. Non bisogna demordere dalla ricerca e dalla necessaria condanna dei responsabili diretti e dell’ideologia che li ha ispirati, ancora presenti nella nostra realtà». Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato Pd

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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