«La Pola e la mala», fatti e foto della Brescia anni ’80

Sabato mattina alla Polgai la presentazione del terzo volume della serie, tra crimine e sviluppi sociali
La copertina del libro Polgai - © www.giornaledibrescia.it
La copertina del libro Polgai - © www.giornaledibrescia.it
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Anni tosti, gli anni ‘80. Congelati nello stereotipo di un decennio quasi frivolo dopo i grandi stravolgimenti sociali seguiti al ‘68, sono in realtà pervasi da grandi mutamenti. E se è vero che l’economia prospera, anche il crimine è attratto dal mito della Milano da bere.

A Brescia non serviva certo luce riflessa alcuna per esperire tutte le novità del caso. Riprova ne è la copiosa ricostruzione per immagini contenuta nel terzo volume de «La Pola e la mala», pubblicato dall’Associazione nazionale Polizia di Stato della Leonessa e dedicato appunto alla Brescia degli anni ‘80.

Sfogliarne le oltre 400 pagine - curate da Maurizio Marinelli, Gianantonio Bortolotti e Flavio Dalla Libera, all’epoca tutti in divisa - significa riavvolgere il nastro della storia - sociale, ancor prima che criminale - della nostra città e non solo. Nel bianco e nero della miriade di fotografie si riflette certo anzitutto il bianco-azzurro delle rinnovate livree di Alfa e divise di quello che nel 1981, dismesse le stellette militari, passava da Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza a Polizia di Stato.

Immutati i compiti in un territorio che da fare ne dava parecchio. Sono gli anni della droga che circola copiosa, ma anche di brutali omicidi e rapine per bande. Si spara tanto e gruppi e batterie di predoni di ventura non vanno per il sottile, in fatto di arsenali. Valga il caso della banda della Val Cavallina di Pierluigi Facchinetti, che dopo aver imperversato per mezza Europa, fu sbaragliata al termine di un clamoroso inseguimento con conflitto a fuoco dalla Mobile bresciana a Polaveno nel novembre 1987: la Lancia Delta bianca crivellata di colpi e schiantata contro un’altra vettura, con la santabarbara di mitragliatori e pistole che custodiva nel bagagliaio raccontano più di mille parole. E purtroppo lasciano poco all’immaginazione anche gli scatti riservati alla rapina in banca in via Gramsci dell’aprile 1988: il tentativo di bloccare i banditi in fuga fu fatale all’assistente Domenico Prosperi, come oggi ricorda una targa a pochi metri dal luogo in cui morì. E non manca l’eco ultima degli anni di piombo, con i blitz destinati a smantellare le formazioni terroristiche nostrane dei Napo-Nac.

Ma le fotografie - recuperate dagli archivi, compreso quello del Giornale di Brescia - alle quali si accompagna una puntuale cronistoria, raccontano anche di grandi eventi - la visita di Papa Wojtyla del 1982, la promozione in A delle rondinelle del 1980 - come delle tensioni che continuano a pervadere la società civile: dai massicci scioperi - su tutti quello che nel 1983 fermò in piazza Loggia il Giro d’Italia - alle manifestazioni studentesche.

Alle foto di una immacolata Questura in via Botticelli, inaugurata il 29 ottobre 1984, si accostano le immagini dedicate, oltre che a fondamentali servizi di specialità - in primis quello della Polstrada - alle battaglie sindacali dei poliziotti e a figure «storiche» di via Botticelli: su tutte, a pochi mesi dalla sua scomparsa, merita di essere ricordata Ivana Giannetti, futura dirigente (e poi fondatrice del Telefono Azzurro-Rosa), immortalata nel suo ruolo di segretaria sindacale.

Ma a ribadire il costante legame con la storia nazionale, di allora e non solo, c’è anche lo scatto di un giovanissimo Nicola Calipari, che da generale del Sismi liberò in Iraq la giornalista Giuliana Sgrena venendo ucciso per errore da un militare americano. L’allora aspirante commissario di P.S. è ripreso durante un corso alla Polgai, altro luogo cardine della Polizia a Brescia.

L’occasione per scoprire da vicino il volume sarà la sua presentazione ufficiale, prevista per sabato mattina alle 11 alla Polgai.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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