L’archivio del Giornale di Brescia, giacimento giornalistico di tesori
«Gli archivi – recita la Dichiarazione universale Unesco in materia – giocano un ruolo essenziale nello sviluppo della società» perché «concorrono alla costituzione di un’identità collettiva e permettono la crescita della conoscenza». È con questo spirito che le iniziative con cui l’Editoriale Bresciana celebra gli 80 anni di vita del Giornale di Brescia, si sono avvalse, seppur in modo diverso, di un importante «giacimento» giornalistico: l’archivio del GdB, e in particolare quello fotografico, da considerare a suo modo un bene comune dei bresciani. Ultima in ordine di tempo a valorizzare fotografie del nostro archivio (in parte inedite) sono la mostra «Il Giornale di Brescia nella storia. 1945-2025. Sguardi su Brescia e sull’Italia» e il suo racconto degli otto decenni in cui nel «Brescia» – com’è chiamato dai meno giovani – si è riflessa la vita del nostro Paese, ma soprattutto del territorio della Leonessa. E a Palazzo Negroboni uno spazio ad hoc offre un piccolo campionario dei materiali fotografici custoditi nei piani interrati di via Solferino, dove fino al 2000 c’erano le rotative del nostro quotidiano.
A costituire il pilastro dell’archivio è stato storicamente quello cartaceo delle immagini, raccolte fino al 1999: una risorsa tuttora fondamentale con le sue migliaia di buste conservate e catalogate negli scaffali. I traslochi del passato e l’usura del tempo sui supporti fotografici hanno lasciato il segno (molte immagini dei primi decenni sono andate perdute) ma nelle sue «vene» è disponibile ancora una documentazione di rilievo. Con il nuovo millennio le foto pubblicate sono invece conservate e catalogate in un archivio digitale.

Per la sua organicità un altro prezioso pilastro è il fondo dell’agenzia Eden acquisito alla sua chiusura. Con oltre 83mila servizi, di cui il GdB custodisce tutti i negativi, Bruno e Oliviero Massadi, Pierre Putelli e Mino Renica hanno costruito tra il 1967 e il 2007 una rilevante documentazione iconografica su eventi, storie e personaggi della città e della provincia. La mostra si avvale di molte di queste foto per dare un’idea della Brescia che si modernizza tra gli anni Sessanta e il nuovo millennio, e per «raccontare» i fatti che nel bene e nel male ne hanno segnato la storia e la memoria: la strage di piazza Loggia, o le visite di san Giovanni Paolo II e dei presidenti della Repubblica, le domeniche a piedi del 1973, gli echi bresciani del trionfo ai mondiali di calcio nel 1982, la grande nevicata del 1985… L’archivio Eden, peraltro, è oggi al centro di un progetto di valorizzazione, per renderne maggiormente fruibili i materiali.
A questo grande «scrigno» si affianca poi il lascito di Fausto Schena, fotoreporter «amateur», maestro di fotografia e collaboratore storico del GdB. Alla sua sensibilità e al suo lavoro si deve una narrazione originale e sempre con un tocco di poesia, del passaggio dalla civiltà contadina delle nostre valli e campagne a quella industriale ed urbana.
A tutto questo va aggiunta, infine, la non meno fondamentale raccolta di ciascuna edizione del GdB, dal 27 aprile 1945 in poi. Di tutte oggi esiste una versione digitale che ha sostituito quella in microfilm, ma nei sotterranei, con le precauzioni necessarie, per ogni data si conservano delle copie originali di stampa. Insomma, ci sono i requisiti perché il GdB continui in quella funzione attiva fin qui svolta, nella costruzione -tra e con i bresciani - di una memoria collettiva condivisa dalle diverse generazioni.
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