Brescia, parla la donna aggredita a Pasqua: «Ho temuto di morire»

«Quando ho visto che era pronto a colpirmi per la seconda volta con lo scalpello, ho creduto seriamente che mi avrebbe ammazzata». Laura – il nome è di fantasia – ne parla come se la brutale aggressione subita il giorno di Pasqua, mentre stava lavorando all’esterno dell’osteria del compagno, fosse vecchia di settimane, se non addirittura di mesi. È lucida, anche se nei suoi occhi, mentre ripercorre quei drammatici istanti, si intravede ancora il terrore. Anche perché l’uomo che l’ha aggredita – Bledar Ujka Afikat, 49 anni –, nel 2004, per un semplice diverbio tra automobilisti avvenuto a Milano, aveva ammazzato un 32enne e ferito l’amico di quest’ultimo.
Cos’è accaduto
«Per fortuna la persona che era con lui, dopo che io sono riuscita ad allontanarlo con uno spintone, lo ha fermato – prosegue nel racconto la 62enne –. Era pronto a colpirmi una seconda volta con lo scalpello che aveva in mano». Ad atterrarlo e arrestarlo, invece, sono stati gli agenti della Polizia di Stato che proprio in quell’istante si trovavano nei paraggi. Per chi indaga, con quel gesto, nonostante la vittima non sia mai stata in pericolo di vita, l’uomo voleva uccidere. L’aggressore, infatti, è stato portato in carcere in attesa della convalida del gip con l’accusa di tentato omicidio.
L’aggressione
Il fatto è avvenuto domenica, nel giorno di Pasqua, poco prima delle 18.30 in via delle Battaglie, nel centro di Brescia, proprio fuori dall’osteria All’Ombra della Pallata.

«Stavo pulendo per terra, tra i tavoli – spiega la donna, che invece di riposare (20 i giorni di prognosi) è al lavoro in cassa nel locale di proprietà del compagno, Emilio Ficetola –. Mi ero chinata per raccogliere dei mozziconi di sigaretta, quando ho visto il volto di questa persona che non conoscevo. Mi ha detto: “Ah sei tu”. E poi mi ha colpita poco più sopra del collo». A testimonianza dell’aggressione la garza e il cerotto che le coprono il volto. «Ho trascorso la notte tra domenica e lunedì al Civile e ora dovrò incontrare il chirurgo plastico – continua la vittima –. Sono viva per un miracolo».
Le indagini
La donna ribadisce più volte di non conoscerlo. Proprio per questo per gli inquirenti bisogna approfondire il movente di questo terribile gesto. A conoscerlo, invece, è il compagno: «Sono convinto che lo abbia fatto per colpire me – aggiunge Ficetola –. Circa tre anni fa, quando avevamo da poco preso in gestione l’osteria, avevamo avuto dei problemi: c’era stata una colluttazione nel locale, ma poi era finiti lì. Lo vedevo passare qui in zona, ma non ci siamo mai detti nulla. Fino a ieri (domenica, ndr), quando ci siamo incrociati fuori dall’osteria: stavo facendo manovra con l’auto qui in centro e lui mi ha dato una manata sul cofano. Poi è tornato e ha aggredito la mia compagna: nemmeno la conosce». Ma questa è la versione del titolare del locale, sul caso gli inquirenti vogliono vederci chiaro e scavare nei pregressi delle persone finite al centro di questa vicenda.
Altri due episodi
Poco dopo aver raccolto la testimonianza della vittima, a nemmeno 24 ore di distanza dall’aggressione, a Pasquetta è andato in scena un altro episodio di violenza. Questa volta a essere aggredito è stato Ficetola. Per il proprietario dell’osteria – che ha rifiutato il trasporto in ospedale per finire di servire ai tavoli – ci sono pochi dubbi: «Chi mi ha colpito con la cinghia della cintura e danneggiato il locale lo ha fatto per vendicare l’amico. Mi ha chiamato “infame”. E l’amico è chi ha aggredito la mia compagna».
Ma non è finita qui: ieri sera – sempre lunedì – il proprietario è finito al centro di una rissa, nella quale sono rimaste coinvolte anche due donne. In entrambi i casi è intervenuta la Polizia, che ora dovrà fare chiarezza sulla vicenda.
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