«Il Melograno chiude, il Fatebenefratelli paghi»

Non c'è futuro per «Il Melograno» . A rivelarlo - preoccupate per le sorti delle 50 persone impiegate da questa cooperativa con 40 anni esatti di storia - sono Cgil, Cisl e Uil. Fondata nel contesto della Legge Basaglia per offrire opportunità di inserimento lavorativo a pazienti ed ex pazienti della struttura psichiatrica del Fatebenefratelli, «la cooperativa chiuderà il 31 ottobre », sostengono Nadia Lazzaroni e Roberta Meazzi (Fp Cgil), Tatiana Vezzini (Cisl Fp) e Demetrio Barbagiovanni (Uil Fpl).
Il motivo? «La decisione unilaterale del Fatebenefratelli di non rinnovare i contratti». Decisione, « senza alcuna alternativa proposta , che si configura come un'incoerenza rispetto alla missione riabilitativa del Centro».
La questione è delicata: stando a quanto pubblicato i sindacati la cooperativa - presente solo al Fatebenefratelli dove si occupa di attività di sanificazione, cura del verde, servizio lavanderia e portineria - «vanta crediti significativi nei confronti del Fatebenefratelli», Istituto che fa capo alla Provincia lombardo-veneta dell'Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio. Crediti che, «nonostante numerose sollecitazioni, non sono stati ancora saldati». Il Fatebenefratelli avrebbe smesso di versare fondi alla cooperativa quest'estate . E la cooperativa, senza quest'entrata, sarebbe riuscita a pagare gli stipendi solo per qualche mese. A trattativa in corso, questa settimana l'Istituto avrebbe fatto un bonifico da 70mila euro, a fronte, però, di fatture scadute il cui importo risulterebbe molto più esteso. Si sarebbe, inoltre, offerto di pagare direttamente gli stipendi - adempiendo così agli obblighi di legge -, ma ciò che preme ai sindacati è s alvare la cooperativa e il futuro dei lavoratori , che in molti casi sono invalidi e appartengono a famiglie monoreddito. Cgil, Cisl e Uil chiedono, quindi, che «il Fatebenefratelli onori i propri debiti verso la cooperativa». E oggi dalle 11 alle 13 saranno presenti davanti all'ingresso della struttura per distribuire volantini.
Replica
Dal canto proprio la direzione della Provincia lombardo-veneta dell'Ordine fa sapere che «sono in corso trattative relative al rapporto commerciale con “Il Melograno”, prossimo alla scadenza naturale». Preso atto, da comunicazione sindacale, del «mancato pagamento degli stipendi relativi ad agosto», l'ente si è reso disponibile a «effettuare direttamente i versamenti delle spettanze dovute venerdì 26 e lunedì 29 settembre , assicurando così la tempestiva corresponsione delle retribuzioni e prevenendo ulteriori disagi economici per il personale. I pagamenti alla cooperativa sono stati temporaneamente sospesi, in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente».
Circa il futuro dei lavoratori «come previsto dalla normativa e dalle clausole sociali contenute nei principali contratti collettivi di settore, le aziende che subentreranno nell’appalto saranno tenute all’assunzione del personale già impiegato, garantendo così la continuità occupazionale e la prosecuzione dei servizi senza soluzione di continuità. A ulteriore supporto dei livelli occupazionali, la Provincia lombardo-veneta si impegna a valutare il coinvolgimento di strutture e realtà del territorio interessate a promuovere percorsi di ricollocazione e valorizzazione professionale, con particolare attenzione ai lavoratori in condizioni di maggiore fragilità. In merito, poi, alle contestazioni relative a presunti crediti vantati dalla cooperativa, ogni posizione sarà oggetto di attenta verifica e definizione nell’ambito delle trattative in corso, nel rispetto delle procedure contrattuali e delle disposizioni di legge».
Al di là del caso de «Il Melograno», però, a preoccupare i sindacati c’è anche altro: alcuni dipendenti del Fatebenefratelli avrebbero segnalato loro ritardi nel versamento della quota Tfr dei fondi pensionistici. Gli occhi, insomma, sono ora puntati su via Pilastroni. E - ricordiamo - anche sul San Camillo.
La crisi economico-finanziaria dell’Istituto Figlie di San Camillo potrebbe portare alla vendita della Casa di cura di via Turati. Ora siamo nella fase di raccolta delle offerte. Il Gruppo San Donato ci ha confermato interesse per l’operazione «riservandosi ogni valutazione in merito a un’eventuale offerta». In Poliambulanza le bocche restano cucite. Si vocifera che tra gli interessati potrebbero esserci grandi realtà come Lifenet.
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