Carabinieri, il saluto di Fragalà: «Brescia rifiuta l’illegalità»
Si chiude dopo tre anni l’esperienza a Brescia del colonnello Vittorio Fragalà, che dal settembre del 2022 è stato comandante provinciale dei carabinieri. Ripercorrendo il suo periodo a Brescia spiega di aver «capito che Brescia non accetta l’illegalità. C’è una soglia di tolleranza molto bassa e le persone segnalano subito quello che non piace. Noi facciamo tutto il possibile per garantire la sicurezza ma sappiamo che in questo contesto non può essere solo una prerogativa delle forze di polizia. La sicurezza deve essere partecipata anche dai cittadini con le segnalazioni e i comportamenti di difesa passiva».
Il bilancio dell’estate
I bilanci sono stati ampiamente presentati in occasione della festa dell’Arma a giugno. «Per gli ultimi mesi posso dire che abbiamo affrontato un’estate di grandissimi numeri nelle località turistiche grazie all’assegnazione di personale dal Comando Generale e anche spostando personale da una stazione all’altra per presidiare meglio i laghi e le valli. Abbiamo aumentato l’utilizzo delle moto per essere più rapidi negli interventi su strada e ora possiamo dire che è andata bene».
Negli ultimi comitati ordine e sicurezza pubblica «si è parlato di fenomeni emergenti che vogliamo affrontare prima che diventino problemi. Si tratta dei furti di computer e attrezzature dalle scuole e del ritorno degli scippi. Sono le più urgenti questioni che lascio in eredità al mio successore».
Collaborazione

Guardando ai tre anni passati, Fragalà sottolinea «la grande collaborazione con le altre forze di polizia ma anche con le istituzioni locali. Abbiamo avuto un ottimo rapporto con i sindaci del territorio e abbiamo ottenuto anche un incremento di organico soprattutto tra i carabinieri. Mancano ancora i marescialli, non solo a Brescia, ma l’Arma sta lavorando per il reclutamento».
Con la partenza c’è anche un rimpianto: «Mi sarebbe piaciuto poter passare più tempo nelle scuole e con gli studenti. Per noi è importantissimo il rapporto con i giovani per capire il loro mondo e provare ad intercettare le loro problematiche. Abbiamo fatto tanto ma avrei voluto fare ancora di più».
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