Brescia Attiva e Al lavoro con Brescia: «Entro il 2026 via i cassonetti»

Marco Papetti
«Se un’amministrazione vuole intraprendere questa strada, poi si trovano i modi per farlo pesare meno dal punto di vista economico», ha detto Valentina Gastaldi
Da sinistra: Gastaldi, Mori, Catalano e Datteri © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra: Gastaldi, Mori, Catalano e Datteri © www.giornaledibrescia.it
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La posizione di Brescia Attiva, Al lavoro con Brescia e Alleanza verdi sinistra sulla raccolta rifiuti è chiara: via i cassonetti e adozione, entro il 2026, della raccolta porta a porta estesa con tariffa puntuale. L’opzione su cui negli ultimi giorni, secondo indiscrezioni, è sembrata più orientata la Loggia – ovvero l’eliminazione del cassonetto dell’indifferenziato e il mantenimento soltanto di quello dell’organico – non è condivisa. Lo hanno fatto sapere i rappresentanti delle due liste in una conferenza stampa stamattina. Nonostante le divergenze, non ci sarebbe però ancora la parola fine: «Il confronto all’interno della maggioranza è ancora aperto», ha detto il segretario di Sinistra italiana a Brescia, Mattia Datteri.

Al momento all’interno della maggioranza la discussione verterebbe su due sistemi: mantenimento delle sole calotte per l’organico oppure porta a porta integrale con tariffa puntuale. Quest’ultima è l’opzione sostenuta dalle Brescia Attiva e Al lavoro con Brescia. Le ragioni della posizione, sintetizzate in un documento in dieci punti, sono diverse: ecologiche, economiche, politiche.

Efficienza

Per le due liste l’attuale sistema misto con porta a porta e cassonetti non sarebbe efficiente: «Brescia è ferma al 68,5% di raccolta differenziata, mentre l’obiettivo della Regione è di raggiungere l’83,3% per il 2027», ha detto il portavoce di Brescia Attiva, Giovanni Mori. «Dobbiamo fare un salto in due anni e sappiamo dai dati di altre città che l’unico sistema che permette di farlo in modo rapido è il porta a porta “spinto. Assieme a questo la sfida è avere un sistema di pagamento più puntuale possibile».

Un sistema simile, hanno ricordato gli esponenti dei due gruppi, Aprica lo gestisce già a Bergamo. Per quanto riguarda i cassonetti, troppi gli svantaggi, tra cui il numero di rifiuti lasciati fuori dalle calotte. «Il rischio è inoltre che le persone, dovendo pagare il sacchetto dell’indifferenziato e non pagando l’organico, buttino i rifiuti indifferenziati nel cassonetto dell’organico».

Visioni

C’è poi il tema politico: «Se un’amministrazione vuole intraprendere questa strada, poi si trovano i modi per farlo pesare meno dal punto di vista economico – ha detto la capogruppo di Brescia Attiva in Loggia Valentina Gastaldi –. Quello che vedo un po’ mancare è il coraggio di prendere questa direzione in modo convinto. Chiediamo di fare il passo decisivo, perché altrimenti si rischi di rilanciare in avanti ad altri dieci anni».

Nella maggioranza sarebbe in atto un dialogo, è l’assicurazione. Ma se poi dovesse prevalere l’opzione di mantenere il cassonetto dell’umido? «Non abbiamo pensato a cosa fare nel caso andasse tutto male, ma penso che ci sia margine di confronto – sostiene Gastaldi –. Ovviamente per noi è un tema dirimente». Come lo è anche per Avs: «C’è un dibattito perché c’è un programma», ha ricordato Datteri. «Entro giugno» si dovrà comunque decidere, ha detto Gastaldi. «A breve ci sarà un altro appuntamento di maggioranza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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