Botto al bancomat a Soiano: prima avevano tentato con quello di Manerba
Un botto terribile alle prime luci dell’alba e lo sportello Atm della banca Btl di piazza Don Vantini a Soiano del Garda è finito in mille pezzi. E fuor di metafora la bomba ad innesco elettrico utilizzata dai malvivente ha davvero ridotto in frammenti l’apparato, lasciando in un primo momento il dubbio che anche le cassette che contengono il denaro siano state compresse nell’apparato dalla detonazione e quindi in sostanza non siano state asportate dai ladri.
Il tentativo
Ma poco prima la medesima gang aveva tentato un altro colpo, allo sportello bancomat della vicina filiale Btl del Crociale di Manerba. In questo caso i malviventi (almeno due sono stati chiaramente ripresi dalle telecamere che non hanno nè oscurato o spostato dal loro campo d’azione) hanno spostato i cassonetti dei rifiuti del vicino bar ad ostruire l’entrata del piazzale, quindi hanno sfondato la piccola saracinesca da cui l’apparato eroga contante.
A quel punto solo un caso ha impedito il colpo: i ladri privi evidentemente di una batteria per innescare la carica esplosiva hanno cercato i cavi elettrici delle luci delle aiuole, rimuovendo delle zolle di terra, ma senza intercettare i cavi. A quel punto (erano circa le 4) la banda si è spostata di un paio di chilometri e ha attaccato lo sportello bancomat di Soiano, in piazza Don Vantini. Qui il gruppo criminale (da 3 a 5 soggetti, ovvero quanti stanno in un’auto) si sono dati da fare e hanno piazzato a mazzate la marmotta esplosiva dentro lo sportello. A quel punto l’innesco lo hanno ottenuto tirando un cavetto sino all’impianto di illuminazione dell’aiuola. Alle 5.45 il botto.
L’esplosione
La detonazione è stata fortissima e i frammenti dello sportello elettronico sono stati proiettati inogni dove, con danni ingenti anche all’interno e all’arredo dell’agenzia.
Le indagini sono state affidate ai Carabinieri della Compagnia di Salò che sarebbero già sulle tracce dell’auto usata dalla banda, dopo averne individuati il tipo e il colore. Ovviamente si dà per scontato che le targhe possano essere state sottratte ad un altro veicolo proprio per sviare le indagini. Al vaglio dei militari tutti i varchi elettronici di transito dei paesi limitrofi. Si ha la certezza dunque di riuscire a tracciare il percorso seguito dall’auto sia nell’avvicinamento a Soiano che nella fuga dal luogo dell’assalto. I rilievi tecnici affidati ai professionisti della Sis dell’Arma sono invece mirate a individuare la tipologia di materiali usati dalla batteria.
La carica
I danni rilevati fanno pensare che anche a Soiano come in altri recenti assalti sia stato impiegato il Tatp, ossia esplosivo creato in modo casalingo ma con un grande potenziale. In sostanza è il perossido di acetone che notoriamente è addirittura più instabile della vecchia nitroglicerina. Si tratta dello stesso esplosivo usato negli attentati di matrice jihadista del novembre 2015 a Parigi, di Bruxelles del 2016 e nell’attentato di Manchester del 2017. L’impiego di Tatp appare quindi materia al centro delle indagini dei Carabinieri a livello nazionale, non solo per le criticità intrinseche di questa sostanza, ma anche per le oggettive difficoltà nel rilevarla attraverso il patrimonio tecnologico investigativo a disposizione. Da qui il controllo avviato della catena delle sostanze da cui si ottiene, a partire dall’acetone. Cosa che sino ad ora ha offerto solo pochi elementi.
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