Bimbo annegò in piscina, chiesta la condanna di mamma e papà

Il piccolo Ansh perse la vita nell’impianto Lamarmora di via Rodi nel luglio del 2020
Agenti all'impianto di via Rodi - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Agenti all'impianto di via Rodi - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Sei mesi per la mamma e per il papà. Sei anche per il bagnino che quel pomeriggio era sul piano vasca. Nove per il responsabile degli assistenti bagnanti.

Sono queste le richieste di pena formulate dal pm Federica Ceschi nell’ambito del processo per l’omicidio colposo del piccolo Ansh, il bambino annegato il 19 luglio di quattro anni fa nella piscina olimpionica di Lamarmora, mentre stava facendo il bagno con il fratellino di tre anni più grande. Secondo l’accusa, sapendo che il figlio non sapeva nuotare, mamma e papà avrebbero dovuto impedire al bambino di entrare in acqua senza salvagente e comunque non avrebbero dovuto perderlo di vista.

Cosa che per l’accusa invece si è verificata e con le peggiori conseguenze. Il processo è stato aggiornato al 22 aprile per l'intervento delle difese e la sentenza.

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