«Barcellona invivibile per l’overtourism, così sono tornato a Bagnolo»

Da Brescia a Barcellona e ritorno. Un’emigrazione che per Alessandro è durata otto anni, dal 2015 al 2023, prima che il suo desiderio di costruirsi una vita all’estero cozzasse con globalizzazione e overtourism. «Sognavo da sempre di trasferirmi in una città cosmopolita – racconta – e nel 2015 sono approdato a Barcellona con un contratto di lavoro estivo come insegnante di italiano in una multinazionale americana che commercializza software». Alessandro, all’epoca 36enne, a Brescia sui occupava di laboratori video e teneva corsi di alfabetizzazione.
Dopo il Covid
«All’inizio ho affittato casa con dei giovani coinquilini e, a sorpresa, dopo i primi mesi l’azienda mi ha proposto un’assunzione nell’ambito vendite. Non era esattamente il mio campo, ma c’era l’affitto da pagare e mi piaceva l’ambiente multiculturale dell’ufficio. Alla fine sono rimasto otto anni» ride. Le cose, però, sono cambiate dopo il Covid, quando l’azienda ha spinto sul telelavoro e Alessandro ha percepito forte la necessità di cambiamento. «Mi mancavano l’ambito educativo e creativo. E, soprattutto, lavorare da casa stava diventano asfissiante. Così nonostante avessi molti amici e una vita sociale intensa a Barcellona, ho cominciato a pensare alla possibilità di tornare. Avevo mantenuto legami forti in Italia e mi mancava la mia famiglia, a cui sono legatissimo».

Caro affitti e overtourism
Nel frattempo anche Barcellona ha cambiato pelle e sostanza: «Gli affitti sono diventati sempre più alti. Potevo permetterlo grazie al lavoro, ma in un appartamento piccolo quanto caro. La città sta diventando un parco giochi, con interi quartieri ad uso e consumo dei turisti. Viverci stava diventando difficile. Così quando l’azienda ha deciso di fare dei tagli, licenziando in toto il mio dipartimento, ho capito che se volevo provare a tornare quello era il momento».
La paura più grande? «Pentirmi. A Bagnolo Mella mi aspettava una casa di proprietà, ma non è esattamente una metropoli. La cosa più complessa è stata la burocrazia; la seconda il clima. Mi ero abitato al sole perenne. L’impatto non è stato facile, ma ho una casa mia e un lavoro che mi appassiona». Appena rientrato, infatti, è stato subito reclutato come insegnante e ha ripreso coi laboratori video. «A Barcellona sono già tornato sei volte. Seppure in forma diversa resta comunque nella mia vita».
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