Riciclaggio, a Brescia crescono le segnalazioni di operazioni sospette

Elio Montanari
Banche e operatori finanziari sono tenuti a indicare alla Banca d’Italia e alla Finanza movimenti incongruenti: in un anno si è registrato un +17.2%
Buste di contanti - Foto d'archivio
Buste di contanti - Foto d'archivio
AA

È un quadro che deve essere esaminato con attenzione quello delle Segnalazioni di Operazioni Sospette (SOS), aggiornato al primo semestre 2025, dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF), istituita presso la Banca d’Italia, l’autorità centrale antiriciclaggio. Un quadro nel quale la provincia di Brescia entra a pieno titolo con 1.779 Segnalazioni di Operazioni Sospette nel primo semestre 2025, collocandosi al quinto posto nella graduatoria nazionale, preceduta solo da Milano, Napoli, Roma e Torino. Ma non solo. Le operazioni sospette segnalate in provincia di Brescia, nel primo semestre di quest’anno, superano ampiamente (+17,2%) le 1.518 ricevute nel primo semestre del 2024, anno nel quale, complessivamente le SOS sono arrivate a quota 3.142. Un valore che, anche in questo caso, colloca la nostra provincia al quinto posto nel panorama nazionale dopo le quattro «grandi» ma prima di province altrettanto popolose come Palermo, Bari e Catania.

Le province limitrofe, paragonabili per dimensione demografica, ossia Bergamo e Verona, contano, nel primo trimestre 2025, rispettivamente 1.070 e 950 Segnalazioni di Operazioni Sospette a fronte delle 1.779 di Brescia.

La situazione

In effetti le segnalazioni relative alla provincia di Brescia, nel primo semestre 2025, rapportate alla popolazione residente, sono state 14,1 per ogni 10 mila abitanti, a fronte delle 10,2 nella provincia di Verona e delle 9,6 di Bergamo. Nel complesso delle province italiane, Prato, Milano, Napoli, Reggio Emilia e Crotone si collocano ai primi posti per numero di segnalazioni in rapporto alla popolazione con indici decisamente superiori a quello bresciano: dalle 26,7 segnalazioni per ogni 10mila abitanti della provincia di Prato alle 26,5 di Milano, 23,1 di Napoli, 20,9 di Reggio Emilia e alle 18,1 segnalazioni per ogni 10 mila abitanti per la provincia di Crotone.

Le segnalazioni

Nel primo semestre del 2025 l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia ha ricevuto 80.930 segnalazioni di operazioni sospette, in aumento del 15,6% rispetto al periodo corrispondente del 2024. Ad alimentare il database dell’UIF sono un’ampia platea di soggetti, costituita da intermediari bancari e finanziari, altri operatori finanziari professionisti, obbligati a portare a conoscenza dell’autorità, mediante l’invio di una segnalazione, le operazioni sospette.

Nello specifico si tratta di movimenti di denaro per le quali banche e intermediari «sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo o che comunque i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa».

Il sospetto può nascere da diversi fattori, tra cui entità e natura delle operazioni, dal loro collegamento o frazionamento o da qualsiasi altra circostanza conosciuta in ragione delle funzioni della struttura che le intercetta, tenuto conto anche della capacità economica o dell’attività svolta dai soggetti cui le operazioni sono riferite.

Dall’indicazione alle indagini

La UIF fornisce i risultati degli studi effettuati alle forze di polizia, alle autorità di vigilanza di settore, al Ministero dell’economia e delle finanze, all'Agenzia delle dogane e dei monopoli, al Ministero della giustizia, alla Direzione Nazionale Antimafia, Antiterrorismo, Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) per la verifica dell’eventuale attinenza a procedimenti giudiziari in corso. Solo una parte di queste segnalazioni si traduce in attività investigative e di queste la gran parte per questioni amministrative e non penali.

Le Sos, per le forze di polizia, sono un indicazione importante ma non si traducono automaticamente in una notizia di reato. Le differenze territoriali e l’aumento dei numeri in alcuni contesti, come quello di Brescia, non sono necessariamente un segnale di emergenza ma, come nel caso di altri reati, di una maggiore attenzione da parte della platea di riferimento e quindi di un più alto indice di attenzione al problema.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.