Cronaca

Baby gang «069»: storia, episodi e dinamiche della banda della Valtrompia

Oltre 30 episodi tra il 2022 e il 2025: dagli atti dell’inchiesta emerge il profilo della gang che ha seminato paura tra i giovanissimi. Il nome richiama la «Gang88»
La "firma" del sodalizio sul sagrato della chiesa - © www.giornaledibrescia.it
La "firma" del sodalizio sul sagrato della chiesa - © www.giornaledibrescia.it
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Negli atti dell’inchiesta, settimana dopo settimana, sono finiti oltre 30 episodi denunciati ai Carabinieri a Brescia, Concesio, Villa Carcina, Sarezzo e Lumezzane. Tra il 2022 e il 2025 il fascicolo si è arricchito dei racconti, spesso drammatici, di furti, rapine, estorsioni e danneggiamenti il più delle volte conditi con minacce, umiliazioni e intimidazioni. Le vittime ragazzini giovanissimi, in un caso anche un disabile.

Con un’operazione scattata all’alba di ieri, i carabineri della stazione di Villa Carcina, con il supporto dei colleghi della Compagnia di Gardone Valtrompia e del Comando provinciale di Brescia oltre che del Nucleo cinofili, hanno azzerato la baby gang «069»: otto gli arresti per disarticolare il gruppo di giovanissimi – oggi tra i 17 e i 19 anni, ma tutti minorenni all’epoca dei fatti contestati – che avevano terrorizzato i ragazzini della bassa Valtrompia.

Tutto per mettere le mani su piccole somme di denaro, capi di abbigliamento firmati, soprattutto scarpe, giubbotti, cinture ma anche tablet, smartphone, zaini e pure una bici. Ma il più delle volte anche solo per ribadire il proprio potere, non hanno esitato ad aggredire sfruttando la superiorità numerica, immobilizzare la vittima e colpirla con brutale violenza per appropriarsi di quello che volevano, chiudendo poi con minacce e intimidazioni per imporre alle vittime il silenzio, anche e soprattutto con le forze dell’ordine.

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Arrestati otto giovanissimi: le immagini delle telecamere di videosorveglianza

Perché «069»

Ragazzi bresciani, ragazzi nati a Brescia da famiglie straniere, ragazzi nati all’estero e arrivati nel nostro territorio da piccoli. Storie diverse – di vittime e di carnefici – che si sono intrecciate nei Comuni della Bassa Valtrompia e della prima cintura dell’hinterland. Il territorio nel quale giovanissimi ambiscono ad essere qualcuno, non per merito ma per spessore criminale, e al quale legano il nome della propria gang. Lo «069» scelto, infatti, rimanda al codice di avviamento postale di Villa Carcina, 25069: un modo neppure troppo velato per dire «in questa zona comandiamo noi». Lo stesso avevano fatto i ragazzi della «Gang88», stroncata con una maxi operazione dei carabinieri di Gussago nel 2022, che mutuavano il proprio nickname dal cap (25088) dei paesi dell’Alto Garda dai quali proveniva il capo della banda autore di rapine violente sui bus urbani a danno di studenti.

Gli episodi

Nelle 40 pagine dell’ordinanza eseguita ieri, e che vede indagati complessivamente 25 ragazzi, tutti nati tra il 2005 e il 2010, sono descritti nel dettaglio episodi violenti.

In un caso, il 13 ottobre del 2023, un 14enne è stato aggredito a Sarezzo nei pressi dell’istituto Primo Levi. Il ragazzo è stato accerchiato, bloccato e gettato a terra mentre, capito di essere finito nel mirino della banda, cercava di allontanarsi. I membri della gang lo hanno immobilizzato mentre gli sfilavano le scarpe di marca e anche il cellulare, costringendolo a tornare a casa scalzo. Per chi ha indagato sono entrati in azione almeno cinque ragazzi che hanno tra i 16 e i 18 anni.

Solo pochi giorni prima, il 5 ottobre, sempre a Sarezzo, un ragazzo di 16 anni era stato bloccato e immobilizzato con le spalle ad una cancellata. I membri della banda, tre 17enni e un 18enne, gli hanno scaricato in faccia, da distanza ravvicinata, una bomboletta di spray urticante. Non gli hanno rubato niente, la violenza è stata solo fine a se stessa, un gesto per dimostrare a tutti di poter fare quello che vogliono, quando vogliono e a chi vogliono.

Una delle scritte fatte dalla baby gang
Una delle scritte fatte dalla baby gang

Non solo le persone sono finite nel loro mirino. Lo scorso autunno la scuola e la parrocchia hanno avuto diversi episodi di danneggiamento e chi indaga ritiene che la firma sia quella della «069». La conferma per gli investigatori viene dal marchio della gang vergato con vernice spray assieme a messaggi minacciosi (come «morte agli infami») sulle strade, sui muri degli edifici e anche davanti al santuario dei Santi Emiliano e Tirso di Sarezzo.

Le ordinanze

Con gli elementi raccolti nel corso dell’indagine, e con le testimonianze faticosamente raccolte tra le vittime spaventate, i carabinieri e la Procura per i minorenni hanno chiesto e ottenuto una ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita nelle scorse ore. In manette sono così finiti otto soggetti: per tre di loro (un 17enne residente a Lumezzane, un 19enne di Villa Carcina e un 18enne di Concesio) è stato disposto il collocamento in comunità mentre per altri cinque soggetti, tra i 17 e i 19 anni e residenti nella bassa Valtrompia, è stata disposta la misura dell’obbligo della permanenza in casa: l’equivalente degli arresti domiciliari per i minorenni ma che consente, agli studenti, di continuare a seguire le lezioni.

Contestualmente i carabinieri hanno eseguito anche una serie di perquisizioni domiciliari nei confronti di 17 persone, che attualmente hanno tra i 15 e i 20 anni, e che hanno permesso di raccogliere materiale ritenuto interessante e che potrebbe nelle prossime ore portare ad attribuire a loro anche altri episodi che erano stati segnalati nei mesi scorsi nella stessa zona. Quella di ieri insomma sembra destinata ad essere solo la prima parte di un’operazione destinata a proseguire e ad allargarsi facendo piena luce su vicende che hanno allarmato parecchio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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