CronacaGarda

All’astrofisica De Marco il premio «Genio vagante» del Vittoriale

Anita Loriana Ronchi
A consegnare il riconoscimento, giunto alla quinta edizione, in provincia il presidente della Fondazione Bruno Guerri
La consegna del premio in Provincia - © www.giornaledibrescia.it
La consegna del premio in Provincia - © www.giornaledibrescia.it
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La sua ricerca è concentrata sulle «collisioni stellari», un fenomeno significativo nella vita della galassie ma non direttamente osservabile fino a poco tempo fa (lo è ora grazie alla messa a punto di nuovi strumenti come il telescopio di Vera C. Rubin in Cile con la camera più potente al mondo).

Ad Orsola De Marco, veronese di nascita e che da molti anni ha trovato casa a Sidney in Australia, col marito Nick e i due figli, è stato assegnato il quinto premio «Genio vagante», raffigurato da una scultura del maestro Ugo Riva, e che è stato istituito dalla Fondazione Il Vittoriale degli Italiani come riconoscimento per gli studiosi che portano scienza e cultura italiane nel mondo, rappresentando quindi la creatività, la professionalità ma anche la capacità formativa del nostro Paese.

La prof. De Marco (è docente di Fisica all’Università australiana di Macquarie, dove è anche direttrice del Centro di Astronomia, astrofisica e astrofotonica) ha ricevuto il premio nel corso di una cerimonia a palazzo Broletto cui sono intervenuti, accanto al presidente della Fondazione, Giordano Bruno Guerri, Anna Chiti Batelli, viceprefetto vicaria di Brescia; il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini e Gianluca Rubagotti, console generale d'Italia a Sydney.

«Questo riconoscimento – ha sottolineato Bruno Guerri – nasce per contrastare l’abituale affermazione sui “cervelli in fuga”, che noi vediamo piuttosto “correre in avanti” e che ci restituiscono in prestigio quel che perdiamo qui nel loro lavoro». Il premio è già stato assegnato ad illustri scienziati quali il medico Alessio Fasano, l’astrofisica Eleonora Troja, il chimico Andrea Paolella e il ricercatore esperto internazionale di Intelligenza Artificiale Erik Cambria.

L’astrofisica De Marco ha ripercorso i primi passi, che, da giovanissima, l’hanno condotta a frequentare istituti di formazione all’estero, poi a lavorare per una decina d’anni a New York per approdare, infine, al continente australiano. «Oggi insegno ai giovani, ed è il ruolo che più mi appassiona – ha detto – e continuo le mie ricerche sulle stelle binarie interagenti e le nebulose planetarie. È importante ricordare il valore della scienza di base, quella che “spinge” la scienza applicata e in generale le nostre conoscenze».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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