Sotto le feste aperture straordinarie per le Grotte di Catullo

Le Grotte di Catullo si svelano e si rivelano. Le recenti scoperte archeologiche e le aperture straordinarie rendono il sito archeologico sirmionese una delle mete culturali più attraenti durante le festività natalizie. Saranno aperte in via straordinaria il giorno di Santo Stefano, venerdì 26 dicembre, mentre sabato 27, alle 12 e alle 15, sono in programma delle visite guidate alla scoperta dell’architettura, della storia e delle funzioni della villa (per informazioni e prenotazioni tel. 030 916157 | drm-lom.grottedicatullo@cultura.gov.it).
Ritrovamenti recenti
Lo straordinario complesso architettonico risale al primo secolo a.C., in piena età imperiale, ed è stato abitato fino al terzo secolo d.C. Probabilmente è a quest’epoca che risale il crollo di un porticato a U, rinvenuto dagli archeologi nel corso di una recente campagna di scavo. Si tratta di un porticato con pareti dipinte di rosso porpora, colonne in laterizi rivestite con stucco bianco e pavimento in cocciopesto, che racchiudeva al suo interno un giardino privato, verosimilmente con fontane. Si tratta di un ritrovamento che ridisegna in parte la pianta della villa redatta da Girolamo Orti Manara a metà Ottocento.
In questa zona, il cosiddetto cortile N al piano nobile, non è mai stata ipotizzata alcuna struttura muraria, ma nel 2021, durante dei lavori di manutenzione, sono stati individuati dei reperti. Le prospezioni geofisiche con georadar e magnetometro hanno confermato l’ipotesi e sono iniziati gli scavi.
«Siamo davanti a un crollo primario del portico – chiarisce Flora Berizzi, direttrice delle Grotte –, cioè causato dal cedimento dell’edificio, e non per mano di qualcuno che lo ha demolito per asportarne il materiale, come nelle altre zone».
Usata come cava
La villa, lo ricordiamo, è stata usata come cava nei secoli successivi per costruire il centro abitato di Sirmione. «Quest’area – prosegue la direttrice – è stata risparmiata: hanno raso al suolo i muri circostanti, ma questo cortiletto non l’hanno indagato, forse perché era già ricoperto di terra e di piante. Ad ogni modo è una situazione unica nel sito sirmionese».
Ma c’è di più. «I mattoni utilizzati per costruire queste colonne sono embrici – spiega l’archeologa delle Grotte Luisella Lupano –, cioè lavorati e sbozzati a secco. Sappiamo che all’epoca c’erano almeno un paio di fornaci attive nella zona, ma qui hanno scelto di riutilizzare materiali già esistenti in loco. Forse quelli dell’edificio preesistente (la casa del poeta Catullo? ndr), che è stato smontato e ricostruito». Gli scavi, inoltre, hanno rivelato che questo cortile non aveva pavimentazione, ma era un giardino. «Forse c’erano delle fontane – prosegue l’archeologa -, perché abbiamo ritrovato una canaletta voltata, tipica degli impianti idraulici dell’epoca, forse collegata direttamente alla grande cisterna qui vicina».
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