Anna Wintour lascia la direzione di Vogue America dopo 37 anni

Anna Wintour ha annunciato le sue dimissioni dalla guida di Vogue America dopo ben 37 anni. La notizia, confermata da testate autorevoli come The Daily Front Row e WWD, segna la fine di un’era il settore della moda.
La Wintour, 75 anni, ha comunicato la sua decisione allo staff durante una riunione tenutasi mercoledì mattina. Vogue è ora alla ricerca di un nuovo responsabile dei contenuti editoriali per la sua edizione americana.
American Vogue Seeks New Head of Editorial Content https://t.co/AFN9GSX7cp
— WWD (@wwd) June 26, 2025
Tuttavia, la presenza della Wintour nel colosso Condé Nast non svanirà del tutto: manterrà infatti i suoi ruoli di responsabile dei contenuti globali di Condé Nast, ruolo che ricopre dal 2020, e di direttrice editoriale globale di Vogue. Un segno che la sua influenza, seppur riorganizzata, continuerà a esserci.
Rivoluzione
Anna Wintour ha iniziato la sua carriera a Vogue nel 1988, subentrando a Grace Mirabella. Il suo arrivo fu un vero e proprio spartiacque per la rivista. Con la sua visione audace e la sua determinazione, Wintour non ha esitato a rimodellare l’immagine e il contenuto di Vogue, portandolo verso una nuova identità.
Una delle sue prime e più iconiche mosse fu la copertina del numero di novembre 1988. Ritrasse la modella Michaela Bercu con un mix inaspettato: un paio di jeans da 50 dollari e un maglione Christian Lacroix da 10.000 dollari, il tutto immortalato da Peter Lindbergh. Fu la prima volta che il denim appariva sulla copertina di Vogue.
La stessa Wintour nel 2012 aveva dichiarato: «Era diverso dai primi piani studiati ed eleganti tipici delle copertine di quell’epoca, con tanto trucco e gioielli vistosi. Questa infrangeva ogni regola». Quel debutto non solo infranse le convenzioni, ma segnò anche un altro importante cambiamento attribuito alla sua direzione: l’introduzione delle celebrità in copertina, una pratica che sarebbe diventata lo standard nel mondo dei magazine di moda.
Anna Wintour, inoltre, è la mente dietro il Met Gala, l’evento mondano più esclusivo di New York che ogni anno diventa argomento di dibattito a livello globale. Dal 1999, Wintour organizza questa serata di beneficenza che vede la partecipazione di svariate celebrità. L’obiettivo è raccogliere fondi per il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York, che vanta una straordinaria collezione di abiti dal Quattrocento a oggi.

Ispirazione
La sua reputazione di figura «inflessibile» ha contribuito a forgiare il mito che la circonda. Non è un caso che la sua forte personalità sia stata l’ispirazione per il personaggio di Miranda Priestly nel best-seller «Il diavolo veste Prada», scritto dalla sua ex assistente Lauren Weisberger. Il libro, poi trasformatosi in un film di successo con Anne Hathaway e Meryl Streep, ha ulteriormente cementato l’immagine della Wintour come una figura potente, esigente e capace di plasmare l’industria.

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