Aggressione al Pam, il vigilantes «Avrebbero potuto uccidermi»

Il dolore fisco è ancora forte, ma non supera comunque l’amarezza. «Però non ho paura e tornerò a fare il mio lavoro appena avrò il via libera dal medico» assicura Marcel, l’addetto alla sicurezza del supermercato Pam preso a calci e pugni una settimana fa. È uscito dall’ospedale e sta recuperando.
Come sta?
«La testa mi fa male, sono andato dal mio dottore e mi ha firmato una richiesta per andare a fare la tac. La notte non dormo dal dolore e poi sento continuamente dei rumori nelle orecchie per i colpi che ho preso».
Ha saputo che hanno arrestato uno dei responsabili?
«Sì, mi ha chiamato una collega del supermercato».
Ed è soddisfatto?
«Posso dire di sì. Per quello che mi hanno fatto non posso che essere felice che sia stato preso».
Ricorda il momento dell’aggressione?
«Ho tentato di fermare questi ragazzi mettendomi davanti a loro quando ho capito che avevano rubato all’interno del supermercato. Al ragazzo con la maglia bianca ho detto: “Dammi le cose che hai rubato e poi vai via così siamo pari”, ma si è allontanato e allora gli ho preso la borsa. Lui e l’altro hanno iniziato a picchiarmi colpendomi più volte alla testa. Fino a quando sono caduto per terra e ho perso conoscenza. Poi non ricordo altro».
Ti aspettavi una reazione così violenta?
«No, no, no. Io non avrei detto nulla. Avrei ripreso quanto rubato e li avrei lasciati andare. Ma sono convinto che mi hanno picchiato perché volevano farlo».
Lei li aveva già visti?
«Sì, altre due o tre volte dentro il supermercato, ma non potevo immaginare che fossero così».
Qualcuno ha provato ad intervenire?
«Nessuno perché erano tutti terrorizzati».
Potesse incontrare il ragazzo arrestato cosa gli direbbe?
«Che una cosa così non si fa. Io ho una moglie e dei figli, conoscono il rischio del mio lavoro, ma mai avrei pensato che dei ragazzi mi avrebbero ridotto così. E sa cosa mi fa più impressione? Mi hanno preso a calci e pugni, ma se avessero avuto un coltello in tasca lo avrebbero tirato fuori e mi avrebbero ucciso. Più passano i giorni e più penso: “Oggi potevo essere morto”. È un pensiero fisso».
Tornerà a lavorare?
«Sì, sicuramente. Io ho bisogno di lavorare per vivere. E non ho paura. Adesso devo recuperare e ho bisogno ancora di qualche giorno, ma quando mi sento meglio torno sicuramente al supermercato».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.