Alpini: l’Adunata nazionale 2027 a Brescia, per la terza volta

Massimo Cortesi
Dopo lo smacco dell’anno scorso, l’Ana premia il lavoro delle tre sezioni della Leonessa, forti di 285 gruppi e oltre 22mila iscritti
Gli Alpini bresciani a Biella - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Gli Alpini bresciani a Biella - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Sarà Brescia a ospitare la novantottesima Adunata nazionale degli Alpini, in programma nel secondo fine settimana del mese di maggio 2027, ovvero fra un anno e mezzo, giorno più giorno meno. La decisione è stata presa ieri dal Consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Alpini, che ha preferito Brescia a Verona. Gli scaligeri, la cui ultima adunata risale al 1991, dovranno aspettare ancora. Per la nostra città si tratta della terza manifestazione nazionale della storia, dopo quelle del 1970 e del 2000. La sezione Ana di Brescia conta oltre 11mila iscritti, una delle più numerose d’Italia, affiancata da altre due importanti sezioni provinciali, Vallecamonica e Salò-Monte Suello.

Quella che si terrà a Brescia a maggio 2027 sarà la 98ª Adunata della Associazione Nazionale Alpini, evento che da oltre un secolo è la più grande manifestazione organizzata al mondo da una associazione d’arma. Adunata che mancava nella nostra città dall’anno 2000: un ritorno molto atteso in tutte le contrade della provincia, nei cui 205 Comuni esistono ben 285 Gruppi alpini, riuniti nelle tre Sezioni di Brescia, Salò-Monte Suello e Vallecamonica, con oltre 22mila iscritti.

La storia

La prima pagina del GdB del 15 maggio 2000
La prima pagina del GdB del 15 maggio 2000

L’Adunata nazionale è un evento che rappresenta un unicum, plasmatosi ed evolvendosi senza però mai snaturarsi attraverso la storia. Sulle pietraie del Monte Ortigara in 20 giorni nel giugno 1917 caddero 25mila soldati italiani di varie armi e specialità: la maggioranza erano penne nere, tanto che la montagna venne tristemente battezzata «Calvario degli alpini». L’Associazione nazionale alpini, nata nel luglio del 1919 a Milano con scopi soprattutto solidali a favore delle famiglie devastate dal conflitto, decise di tenere là il suo primo Convegno (si chiamerà così sino al 1929) a settembre 1920 proprio per onorare la memoria dei Caduti.

Un intenso, doloroso e commovente appello alla memoria e alla pace fu, durante la celebrazione della Messa, l’omelia del bresciano padre Giulio Bevilaqua, cappellano militare proprio in Ortigara e poi cardinale. Da allora l’Adunata è stata sospesa solo tra il 1941 e il 1947 per la guerra, nel 1950 per la coincidenza col Giubileo e nel 2020 e 2021 per il Covid. Le città che l’hanno ospitata già 6 volte sono Genova (sede anche della prossima, nel 2026), Torino e Trieste, seguite da Udine, Trento e Roma con 5. Unica oltremare fu quella di Tripoli del 1935.

Condivisione e indotto

Col trascorrere dei decenni l’Adunata ha sempre più assunto il carattere di una grande e pacifica occasione di condivisione di fratellanza e spirito di servizio degli alpini, che convengono da tutto il mondo per celebrare in amicizia questi valori. È un momento inimitabile a cui nessuna penna nera, se può, rinuncia, tanto è carico di significati e sentimento.

Inevitabilmente, in epoca moderna l’Adunata ha assunto anche rilevante valenza economica: concentrare per tre giorni (ma molti arrivano una settimana prima per godersi anche turisticamente l’occasione) duecentomila persone in un luogo ha una ricaduta importante sul tessuto della zona. Calcoli fatti in anni recenti dalle Università di Pavia e Udine hanno stimato un indotto sul territorio compreso tra i 105 e i 130 milioni di euro.

Le stime

Proprio sui numeri, però, si fa in genere un po’ di confusione: si afferma spesso infatti che «sono attese 400mila persone». In realtà tale cifra riguarda le «presenze» nella settimana dell’evento: gli alpini che sfilano la domenica per oltre undici ore sono tra 80 e 100mila e migliaia di loro (specie nel caso di mete facilmente raggiungibili come Brescia) arrivano solo la domenica. Si può ragionevolmente calcolare perciò che siano circa 200mila le persone contemporaneamente in città nelle giornate clou.

Dopo l’ultima delusione, quando Brescia fu beffata da Genova per il 2026, la soddisfazione di ieri. Sarebbe stato peraltro difficile reiterare una terza volta consecutiva con entusiasmo il lavoro preparatorio e la richiesta, quindi: meglio così.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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