Adamello, quattro bresciani ritinteggiano il bivacco al Passo Brizio
Una salita a 3.147 metri, non per scalare l’Adamello o godersi la vista mozzafiato sul Pian di Neve, ma per… tinteggiare. È stata questa l’iniziativa di cinque ragazzi del Cai, quattro bresciani del gruppo Juniores e un giovane del Cai Cesena, che lo scorso weekend sono arrivati fino al bivacco Zanon Morelli al Passo Brizio muniti di pittura e pennelli per dare nuova vita alla struttura.
Il bivacco, importante punto di appoggio per chi vuole salire in vetta all’Adamello, era di colore grigio fin dalla sua costruzione nel 1959. Circondato da pareti di roccia grigia, però, la struttura era poco identificabile; proprio per questo i cinque giovani hanno speso 48 ore del loro tempo libero per tinteggiarlo di giallo e dargli un nuovo volto.
Il bando
Il progetto di manutenzione straordinaria è stato possibile grazie a un bando del Cai Lombardia vinto dalla sezione bresciana, che ha poi deciso di proporre il progetto ai ragazzi del gruppo Juniores. I cinque giovani volontari, Michele Fadini, Alessandro Faini, Alessia Abrami, Andrea di Mieri e Matteo Peroni hanno accettato con grande entusiasmo la sfida e l’hanno documentata sui loro profili social, dove creano contenuti per sensibilizzare il loro pubblico sull’utilizzo corretto dei luoghi montani.
Come per «Lascia il segno senza lasciare traccia», progetto di pulizia dei bivacchi bresciani portato avanti dal Cai Juniores, anche in questo caso il gruppo ha ripulito la struttura. Quest’esperienza è stata per i ragazzi una sfida nuova, trattandosi del loro primo intervento ad alta quota.
Da Temù

Dopo alcuni sopralluoghi per la verifica dello stato del bivacco attuati dal Cai Brescia, che ha preparato attentamente l’operazione, il gruppo è partito da Temù con lo zaino in spalla. Dal lago D’Avio fino al Rifugio Garibaldi è stato offerto loro un passaggio sulle funivie di Enel Green Power, che hanno contribuito alla riuscita del progetto. I cinque hanno poi risalito la montagna fino al bivacco Zanon Morelli, portando a spalla diversi chili di vernice, pennelli, rulli e materiali per risistemare il bivacco, come scope e coperte nuove.
E dopo la difficile salita, anche la verniciatura non è stata da meno a causa delle condizioni atmosferiche ventose e della pressione dell’aria ad alta quota: i ragazzi, infatti, sono dovuti scendere al rifugio dopo un primo giorno di lavoro per permettere alla vernice di asciugare, per poi risalire il giorno dopo a finire il lavoro.
Passato e futuro
Quella del Cai Brescia è stata un’operazione di manutenzione dei luoghi montani che guarda al futuro, ma che ha ricordato anche le generazioni passate: «Questo è un luogo storico perché qui, più di cent’anni fa, ragazzi della nostra età hanno combattuto nella Prima guerra mondiale. Oggi, anche noi abbiamo deciso di metterci, nel nostro piccolo, a servizio di questi territori» racconta Alessia Abrami, membro del gruppo Juniores. Un’iniziativa importante, dunque, che aiuterà gli alpinisti di passaggio a identificare la struttura soprattutto in situazioni di emergenza, grazie al riconoscibile colore giallo: oggi, infatti, il bivacco è visibile perfino dal Trentino.
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