Accademia Cattolica di Brescia: al via il ciclo «Una società senza verità?»

Nove incontri per interrogarsi sul rapporto tra verità, libertà e democrazia. Mercoledì il primo con il professor Ferrera
Francesca Bazoli e monsignor Giacomo Canobbio
Francesca Bazoli e monsignor Giacomo Canobbio
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«Prosegue con metodicità esemplare il cammino dell’Accademia Cattolica nel tentativo di comprendere il nostro umanesimo. Una sottolineatura della continuità che ha caratterizzato i quindici anni della nostra programmazione». Così ha introdotto il nuovo ciclo di incontri la presidente dell’Accademia Cattolica Francesca Bazoli; ciclo che si apre mercoledì 8 ottobre per concludersi il 27 maggio.

Filo conduttore

Seguendo il tema «Una società senza verità?», i relatori di alto profilo invitati nell’aula magna dell’Università Cattolica dalle 18 alle 20 (due appuntamenti saranno, invece, ospitati nell’aula magna della facoltà di Economia dell’Università di Brescia il 10 dicembre e nella sala convegno della Poliambulanza il 28 marzo), ci inviteranno, alla luce della grande pressione che subiamo in questi giorni bui, a tenere accesa la fiaccola per capire ciò che succede intorno.

«Da qualche tempo si parla di fake-news e della corrispondente esigenza del fact-checking – ha anticipato monsignor Giacomo Canobbio, direttore scientifico dell’Accademia Cattolica –. In questo termine appare paradossalmente l’idea che ci sia bisogno di essere garantiti sulla corrispondenza tra quanto viene comunicato e l’effettivo accadimento o fenomeno».

In rete proliferano le fake news
In rete proliferano le fake news

La verità non può essere accertata oggi per le fake news che riempiono i social. Vale per la storia, per la scienza, per la politica, per la religione, per l’etica. Eppure sembra che al bisogno si contrapponga la presunzione di essere costruttori della verità: ogni persona, tendenzialmente, ritiene che la sua opinione possa essere riconosciuta come vera, tanto più se è condivisa (magari da una serie di distratti follower sui social) anche a prescindere dalle prove che si possono addurre.

Rischi

«Sembra divenuto dominante l’asserto: la verità non si “incontra”, ma si costruisce con il consenso e il rispetto della libertà di ciascuno – ha precisato mons. Canobbio –. Coerentemente, la verità non è corrispondenza ai fatti o fenomeni, ma è interpretazione. Solo procedendo in questo modo si rispetterebbe la libertà di ciascuno e quindi la vera democrazia. Sullo sfondo di questa visione pare stia la paura che la verità di qualcuno si trasformi in imposizione e quindi apra alle varie forme di imperialismo, sia esso culturale, etico, religioso o politico, che la storia ci ha fatto conoscere». Libertà e verità vengono così percepite come contrastanti, fino a elidersi l’un l’altra.

«Dal potere, sia esso economico, politico o religioso, possono infatti attuarsi mistificazioni della verità a fini strumentali al potere stesso – ha concluso il direttore scientifico –. Per questo la vita sociale ha bisogno di educazione critica alla verità, che comporta aiutare ad aprirsi all’ulteriorità e ad accogliere anche ciò che non è a propria misura».

Il calendario

Il programma si apre mercoledì 8 ottobre con il docente universitario Maurizio Ferrera che disquisirà sul «Bisogno di verità per la convivenza civile». L’appuntamento successivo, il 12 novembre, è affidato a Fulvio De Giorgi, ordinario di Educazione e Scienze umane di Reggio Emilia, che affronterà il tema «Custodire la memoria: la storia oltre le mistificazioni». L’ultimo incontro del 2025 sarà il 10 dicembre con Damiamo Palano, direttore del Dipartimento di Scienze politiche della Cattolica di Milano cui è affidato il tema «Il potere politico e la verità». Sei incontri, infine, completeranno il calendario nei primi cinque mesi del 2026.

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