A Niardo i ristori stanziati dopo l’alluvione non arrivano

Giuliana Mossoni
È stato erogato meno del 10% dei fondi perché cittadini e attività devono anticipare le spese. Due proposte dai sindaci
Niardo e Braone faticano a riprendersi a distanza di 18 mesi dal disastro - © www.giornaledibrescia.it
Niardo e Braone faticano a riprendersi a distanza di 18 mesi dal disastro - © www.giornaledibrescia.it
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Meno del dieci per cento delle famiglie e delle attività produttive di Niardo e di Braone ha ricevuto i ristori promessi a seguito dell’alluvione del luglio 2022. Nonostante proclami e comunicati, sono arrivati pochi spiccioli.

I numeri

A Niardo i danni per le famiglie sono stati stimati in circa 4,3 milioni per 89 nuclei, mentre a Braone 900mila per 19 famiglie; per le attività economiche si parla di 6,1 milioni per 26 esercizi e 876mila per tre a Braone. A fronte di richieste così significative, a Niardo sono stati stanziati 332mila euro per 69 nuclei, ma trasferiti solo 27mila euro di contributi per l’immediato sostegno alla popolazione da destinare a 13 famiglie; mentre a Braone sono stati stanziati 35mila euro per sette nuclei e trasferita la somma di 15mila per tre famiglie.

Una situazione insostenibile visto che, proprio per la mancanza di queste risorse, la ricostruzione non è stata neppure avviata sulle case e sulle imprese: basta fare un giro al Crist e osservare gli immobili distrutti nei punti dove i torrenti Re e Cobello sono esondati.

La causa

La ragione della notevole differenza tra importi stanziati ed erogati, per quasi 700mila euro, è dovuta all’impossibilità, per la maggior parte dei cittadini, di sostenere in anticipo le spese di ripristino, condizione necessaria per presentare la domanda di ristoro.

Per questo i sindaci di Niardo e Braone, Carlo Sacristani e Sergio Mattioli, hanno deciso, spinti dal degrado della località e dalle difficoltà di decine di persone, di scrivere a Ministero, Regione, ai consiglieri Davide Caparini e Diego Invernici, al Bim e ai parlamentari bresciani per sollecitare informazioni sui contributi.

La richiesta

«Chiediamo vengano urgentemente cercate soluzioni e attivate modalità che permettano, a chi non ha la possibilità d’anticipare le somme, di poter avviare i lavori di ripristino», affermano Sacristani e Mattioli. Che propongono anche due soluzioni: la stipula di un accordo con le banche o una convenzione con il Bim che preveda la possibilità di anticipo da parte loro delle somme stanziate dallo Stato.

«Famiglie e aziende attendono da oltre 18 mesi risposte e rassicurazioni - concludono i due -: è tempo, anche per la credibilità delle istituzioni che tutti noi rappresentiamo, che vengano date certezze. Ogni giorno di ritardo comporta un aggravamento della situazione per la mancata ripartenza delle attività, l’impossibilità per i cittadini di rientrare nelle case e riprendere la propria vita».

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