Nel 2034 a Brescia 87mila diabetici: la sanità fa rete per dare risposte

Attualmente ci sono 82mila malati: il sistema integrato è un modello da estendere anche ad altre cronicità
L'assemblea annuale dell'associazione diabetici della provincia di Brescia © www.giornaledibrescia.it
L'assemblea annuale dell'associazione diabetici della provincia di Brescia © www.giornaledibrescia.it
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C’era una volta un modello ospedalocentrico in cui tutto ruotava attorno a reparti e ambulatori specialistici. Il futuro ci riserva ben altro: dopo l’esperienza del Covid, ha iniziato a farsi largo (prima sulla carta e ora, un po’ alla volta, nella realtà) un sistema socio-sanitario integrato che mira a fornire risposte di prossimità (ossia vicino a casa) a una popolazione che sarà sempre più anziana e caratterizzata da cronicità. Per le situazioni più gravi, ovviamente, ci saranno sempre gli ospedali, ma attorno la Sanità sta facendo rete per assistere le persone sul territorio (con case di comunità, televisite, teleconsulti...) e fare prevenzione.

È il modello che sta prendendo forma per le persone con il diabete. Un modello pensato per essere esteso a tutte le cronicità. L’assemblea annuale dell’Associazione diabetici della provincia di Brescia che si è tenuta ieri a Medicina ha permesso di fare il punto su quanto è stato fatto e quanto c’è ancora da fare.

Evoluzione

Dai numeri riferiti da Giovanni Maifredi, responsabile dell’Epidemiologia in Ats Brescia, è emersa la portata del problema: le stime al 2034 parlano di un calo della popolazione (da 1.182.607 a 1.179.088) e di un aumento dei casi di diabete: 87.509 contro gli 82.315 del 2023 (ultimo dato disponibile); 3.093 con diabete di tipo 1, 74.272 di tipo 2 e 4.950 gestazionale. Con questa consapevolezza la Sanità sta cambiando: «Ieri – ha sintetizzato Alessandra Bruschi, direttore di Asst Franciacorta – il diabete veniva gestito con risposte prestazionali, oggi stiamo costruendo la presa in carico con specialisti e medici di base che dialogano e domani avremo un modello di rete».

Una rete territoriale che, come ha spiegato Enrico Burato, direttore socio sanitario di Asst Spedali Civili, «vedrà collaborare distretti, case di comunità, ospedali di comunità, medici di base, pediatri, specialisti, farmacie dei servizi, rsa, unità d’offerta sociosanitarie, ospedali, terzo settore e associazioni e Comuni. Il tutto con strumenti come le agende integrate, la telemedicina, i punti unici di accesso, le centrali operative territoriali e i Pdta (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) condivisi. Quello sul diabete – sottolinea – è già unico: parliamo tutti lo stesso linguaggio».

In Asst Franciacorta la risposta di prossimità alle esigenze dei diabetici sono i «team multidisciplinari – ha spiegato Bruschi – presenti in 5 punti aziendali (Iseo, Palazzolo, Chiari, Rovato e Orzinuovi). Team coordinati da un diabetologo che entreranno nelle case di comunità». «Solo un sistema assistenziale integrato – ha aggiunto Angela Girelli, direttore della Diabetologia dell’Asst Spedali Civili – può gestire i bisogni sanitari e socio-assistenziali della popolazione che sono diversi e variano nel tempo». Con questa consapevolezza «stiamo organizzando – ha riferito – l’assistenza di prossimità attraverso la formazione degli infermieri delle case di comunità, la medicina da remoto e la ricostruzione del modello con i medici di famiglia».

Associazione

In tutto questo l’Associazione ha un ruolo importante. L’ha evidenziato Simona Tironi, assessore regionale: «Abbraccia la malattia e informa il territorio. Grazie per le borse di studio, come quella dedicata a Sofia Filippini. Io continuerò a impegnarmi per portare la prevenzione nelle scuole». Di prevenzione, con le palestre della salute, ha parlato la consigliera regionale Claudia Carzeri. Per l’on. Gian Antonio Girelli bisogna «investire nel futuro creando le condizioni affinché non ci si ammali e si intercetti precocemente la malattia. C’è tanto sommerso».

L’Associazione – iperattiva nel Bresciano – sta rinnovando il direttivo. «Aiutare noi significa aiutare il territorio – ha detto la presidente Edelweiss Ceccardi –: economicamente è un periodo di magra. Ringraziamo i volontari e tutti gli operatori sanitari». Infine un appello: «Non si sposti l’ospedale di Desenzano».

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