A Chef per una notte: piatti e ricette del cuore

Appuntamento con gli outsider di «Chef per una notte»: prelibatezze da mettere in tavola
Piatti di casa, come le trofie mangiate da Sandro Bovo - Foto © www.giornaledibrescia.it
Piatti di casa, come le trofie mangiate da Sandro Bovo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Abituati a conoscerli per quel che fanno, «Chef per una notte» ce li presenta per quel che amano cucinare (o degustare). Torna, a pochi giorni dalla chiusura dell’invio delle ricette al portale del gusto per non perdere l'occasione di diventare chef per una notte, l’appuntamento con i piatti e i procedimenti degli outsider che firmano per noi quattro gustose pietanze.

Dopo food lovers, attori, cantanti oggi tocca a due allenatori, un uomo dello spettacolo e una cantante, generosi nel fornirci ingredienti e consigli, ma anche nel farci entrare nella sfera più intima, quella dell’intenso e personalissimo gusto della memoria.

Cominciamo con la ricetta di Sandro Bovo, ex pallanuotista e oggi allenatore dell’An Brescia. «Il mio rapporto con la cucina? Imbarazzante - ride -. Sono abbastanza viziato - prosegue Bovo - la ricetta che vi propongo è quella tipica ligure: il pesto. Ognuno ha la propria versione: la mia mamma Iole lo faceva leggero di aglio, così non ti rompe per quattro giorni!».

A ritornare alle origini, geografiche e di sapori, è l’altro allenatore del gruppo: coach Andrea Diana, che guida la Germani Basket Brescia. I suoi natali livornesi riemergono di prepotenza se gli si chiede una ricetta. La risposta è Caciucco alla livornese, piatto antichissimo di cui esistono infinite varianti.

Anche Diego «Gu» Spagnoli, musicista e da 35 anni tecnico di palco di Vasco Rossi, ama tornare all’infanzia attraverso un piatto della nonna Elda. «La mia nonna di Verona durante le feste ci preparava le Ruote con le erbette. Mi piace ricordarla condividendo il piatto con la famiglia o gli amici più intimi».

Arriva con Elisabetta Coiro, in arte Elodea il dolce di oggi. La cantante bresciana ci racconta di come ami cucinare e di come si trovi ai fornelli tutti i giorni. «I dolci, però, per me rappresentano qualcosa di speciale, legato a qualche ricorrenza o preparati per far felice qualcuno». Dettaglio, questo che ci fa apprezzare ancora di più il suo «Non tiramisù».

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