Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, ovvero la perfezione dell’eleganza

A Toscolano Maderno un piccolo gioiello di architettura capace di trasmettere senso di pace e rigenerazione
La chiesa di Sant'Andrea Apostolo
La chiesa di Sant'Andrea Apostolo
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Discreta e superba, come si fa a non notarla? La chiesa di Sant'Andrea Apostolo a Toscolano Maderno, angolo illuminato dal sole, incastonato in un attimo di gioia. Perché gioia? Perché è ciò che si prova approdando a questo golfo in ogni stagione. Anche quando non c'è il sole, ornamento accessorio ma non fondamentale. Ci vai quando sei triste e quando sei felice, quando piove e quando no, ed è sempre il momento giusto. Ci sono le case schierate intorno al lago, la verde montagna alle spalle, le barche e le onde che ondeggiano, svolgendo con grazia il loro lavoro. Qualche locale, qualche negozio, qualche tutto. È esattamente il luogo che serve. A cosa? A ciò che cerchi, quando lo cerchi.

Come spiegare il senso di pace e di rigenerazione che trasmette? Non si può, si sta bene e basta. E questo stare bene non è qualcosa di superficiale. È uno stare bene vero, sottolineato dalla presenza di questa piccola chiesina che abbaglia non come un prezioso gioiello, di più. Minuta e inserita ad arte nella palazzata che incornicia il lago, è impossibile non amarla all'istante. Per le sfumature della pietra, la compostezza, l'evidente antichità. La facciata denuncia la propria anima plurisecolare, con le pietre policrome, il portale finemente scolpito sovrastato da una monofora e un rosone: dettagli architettonici che al primo sguardo ricreano nella mente di chi guarda il concetto primigenio di chiesa per come ognuno la immagina fin da bambino.

Sui muri esterni laterali sono presenti riutilizzi di materiali romani, come la singolare lapide posizionata al contrario con il bassorilievo di una biga. Potevano metterla diritta, se l'hanno girata è stato per scelta, per voltare pagina rispetto al paganesimo. L'interno mantiene l'armonia dell'esterno. Il presbiterio, sopraelevato e con decorazioni cinquecentesche, è posto sopra una cripta interrata per volere del Cardinale Borromeo e ricostruita nel Novecento con parti in cemento, le quali, nella scabra essenzialità del materiale che le costituisce, non stonano con il resto.

Tante le modifiche interne succedutesi nei secoli. Resta l'originalità del capitello medievale con la sirena bicaudata affiancata da due leoni rampanti e la lastra (paliotto) davanti all'altare, che pare di uno scultore contemporaneo e invece, nelle sue geometrie prive di confini spazio-temporali risale ai primordi dell'edificio. Il campanile dal tetto appuntito è del 1469. Un affresco che sembra moderno ma è quattrocentesco raffigura Gesù che risorge tra Santa Caterina e San Bernardino, ma su tutto spicca, in cima a un pilastro, un immanente Mosè con le Tavole della Legge.

Opere anche di molto successive si integrano in questo spazio contenuto ma immenso, che copre secoli senza far sentire il peso del tempo. Niente è nascosto, tutto è alla luce. Con leggerezza e raffinatezza. Nella perfezione dell'eleganza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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