L’estate è uno stato mentale che non tutti si meritano

Dagli spunti di poeti e scrittori alle «miserie quotidiane» di uomini e donne, ecco cosa suscita la stagione più calda dell’anno
Turisti e residenti affollano una delle spiagge del Basso Garda
Turisti e residenti affollano una delle spiagge del Basso Garda
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Chi siamo noi per meritare l'estate? Per giudicarla? Per pretendere che sia come la vorremmo? Per obbligarla a fornirci giustificazioni valide per ignorare i mali del mondo? A chi non piace illudersi che, quando è in vacanza, tutto si fermi?

È legittimo pensarla così, perché se mai prendi una pausa la vita ti divora. Giusto, basta tener presente che ciò funziona solo per chi una pausa può concedersela. C’è chi non può permettersi tale lusso, ci sono milioni di persone per cui una soffocante estate è solo il seguito di una brutta primavera, preceduta da un tragico inverno e da un triste autunno. Se comprendessimo davvero il privilegio che ci è concesso apprezzeremmo maggiormente la meraviglia di questa stagione e dei suoi straordinari doni. In realtà diciamo di voler staccare e infine non stacchiamo mai. Altrimenti spegneremmo il cellulare, non guarderemmo le notizie, non parleremmo con nessuno, possibilmente nemmeno con noi stessi. Non saremmo in continua affannosa ricerca di qualcosa che ci allontani da doveri e preoccupazioni. Dall’angoscia. Non possiamo far finta che questi non siano tempi difficili e comunque, come diceva Sant’Agostino, «noi siamo i tempi».

Quindi cosa dovremmo fare durante le ferie? Sentirci costantemente in colpa o fingere che il resto non esista? Una risposta univoca non c’è. C’è rimanere senzienti, mantenersi educati, non abiurare al buonsenso, non allontanare ogni riflessione, pur conservando nell’animo l’innocente impagabile gioia di stare sdraiati al sole. Pensare per fortuna non rovina e non ostacola l’abbronzatura, anche se gira voce faccia venire le rughe. Pazienza. Molti scrittori e poeti forniscono validi spunti su tale periodo dell'anno. C’è chi guarda al futuro: «Non sarà sempre estate: costruisci fienili» (Esiodo). Chi si deprime fin dall’inizio: «L’estate che fugge è un amico che parte» (Victor Hugo). Chi vede il lato negativo: «L’estate non si caratterizza meno per le sue mosche e zanzare che per le sue rose e le sue notti stellate» (Marcel Proust). Chi vede il lato positivo: «Un’estate è sempre eccezionale, sia essa calda o fredda, secca o umida» (Gustave Flaubert). Chi crede di parlare solo d’Amore e invece parla anche di Pace: «E la chiamano estate questa estate senza te, ma non sanno che vivo ricordando sempre te. Il profumo del mare non lo sento, non c’è più» (Bruno Martino). Chi guarda oltre le umane miserie: «Fai ch’io per te sia l’estate, quando saran fuggiti i giorni estivi» (Emily Dickinson). Chi sogna: «Cicale, sorelle, nel sole con voi mi nascondo nel folto dei pioppi e aspetto le stelle» (Salvatore Quasimodo). Infine c’è chi ha capito tutto, ovvero che l’estate non è una stagione, ma uno stato mentale: «Nel bel mezzo dell’inverno ho scoperto in me un’invincibile estate» (Albert Camus). L’estate la merita davvero solo chi è capace di tenerla sempre dentro di sé.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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