La bella bolla: agosto, ansia mia non ti conosco

Sarà qualcosa di collegato al subconscio o a un che di simile (apparato digerente o dita dei piedi che si muovono libere), ma basta che scatti l’inizio dell’ottavo mese dell’anno (è l’ottavo, giusto? Il cervello in questo periodo si ottunde) e ci si fa l’idea che tutto diventi più lento, che la quotidiana angoscia che ti consuma sfiorisca.
Sei nella bolla di agosto, durante la quale l’ansia diminuisce anche perché gli ansiosi di solito scompaiono nelle località turistiche dove possono sfogare e sfoggiare le loro perenni frenesia, aggressività e frustrazione. Metti che si assentino per le due settimane centrali e sai che per tutto il mese sei a posto, giacché costoro impiegano i giorni precedenti la partenza in preparativi inutili e quelli successivi al ritorno a riprendersi dallo spasso o (più spesso) dalla leopardiana delusione per non aver trovato ciò che cercavano.
Tu sei placato. Trasmissioni televisive insensate al minimo, quasi ridotti a zero gli stalker telefonici che vogliono farti cambiare gestore di gas ed elettricità o convincerti che la tua insoddisfazione esistenziale dipende dall’assenza nella tua vita di uno ionizzatore o di un apparecchio da attaccare al lavandino della cucina per arricchire l’acqua di robe che fanno diventare più intelligenti (il fatto che tu non riesca a capire di cosa si tratti non dimostra quanto disperatamente ti serva tale aggeggio?).
Traffico in genere gestibile, soprattutto in città e nelle zone non infestate dai turisti. Negozi chiusi (centri commerciali esclusi, ma lì c’è l’aria condizionata) e il silenzio che ti mancava. Non capisci nemmeno se sia reale o solo una proiezione di ciò che speravi da dodici mesi: di non essere circondato dal rumore né ossessionato da ciò che alcuni ritengono stimoli e tu un fastidio.
Andare in ferie? Spostarsi per raggiungere luoghi gremiti dove c’è tutto ciò che intendi evitare? Perché mai? Rimanere tra le proprie quattro mura per un po’ è un inizio, ma fare l’hikikomori (termine nipponico che definisce coloro che per scelta si tumulano nella loro stanza per isolarsi dal mondo, magari perché hanno qualcuno che li mantiene) è davvero esagerato.
Sai che c’è? Domani, salvo impegni, alzati, parti e vai verso una valle vicina (Sabbia, Trompia, Camonica, Vestino) o una zona collinare (Valtenesi, Franciacorta) o la piatta pianura calma. Invita qualcuno, non serve stare soli. Vai per strade alternative, dove non s’incontra nessuno. Se c’è troppa gente cambia percorso. Perditi, fermati in un posto che ti piace e cammina, entra in una trattoria da cui esce un buon odore di cibo. Non cercare su internet, silenzia il cellulare. E lascia che l’ansia scorra via, dimenticati di lei.
E poi? Poi fai in modo di coltivare per tutto l’anno dentro di te il senso profondo del mese numero 8, che se lo giri di 45 gradi diventa il simbolo dell’infinito.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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