Cornello e la logica del «mai nulla fa chi troppo pensa»

Anche questa rubrica vuole partecipare con un apporto specifico all’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023, e lo fa attraversando l’Oglio per «spedire» ai lettori bresciani qualche cartolina anche dalla cugina terra orobica. Cornello dei Tasso è un incantevole paradosso. Un paesino isolato dal mondo, dove ci si muove a piedi e si riprende contatto con la calma solidità delle proprie gambe.
Eppure qui è stato inventato e perfezionato un servizio postale di rara efficienza, utilizzato dallo Stato Pontificio e dagli imperatori d’Austria. Lentezza e velocità si fondono, in apparente contraddizione. Frazione di Camerata Cornello, il borgo ha un tessuto urbano antico che denuncia una ricchezza altrettanto antica. Era sulla via Mercatorum, sulla quale nel Medioevo transitavano merci e viaggiatori. Con i secoli la strada perse importanza, ma qualcuno ebbe un’idea geniale: la posta.
Nel Quattrocento infatti la famiglia Tasso fondò una società per la gestione e il recapito della corrispondenza, società che in poco tempo operava in gran parte d'Europa. Non una cosa da poco, insomma. I Tasso, il cui capostipite era tale Omodeo, secondo alcune leggende ebbero origine addirittura da Carlo Magno (ma più probabilmente venivano da Almenno), ebbero grande successo fuori dalla loro cittadella e nel Seicento divennero la potente famiglia dei Thurn und Taxis (per i servigi ebbero dall’imperatore il titolo di principi) in Austria, dei Tassis-Peralta in Spagna e degli Zapata de Tassis in Sicilia.
Questi abili imprenditori cominciarono la loro attività con la Compagnia dei Corrieri della Serenissima e in seguito si occuparono delle Poste Pontificie e delle Poste del Tirolo finché, dal 1516 in poi, ebbero l’esclusiva della gestione delle Poste Imperiali degli Asburgo. Portarono avanti un’azienda che diverrà una delle prime multinazionali della storia, com’è ben raccontato nell’affascinante - e unico - Museo dei Tasso e della storia postale. In più Bernardo Tasso e il suo celeberrimo figlio Torquato, uno dei più grandi geni della letteratura italiana, discendevano in linea diretta dai Tasso di Cornello.
Il piccolo borgo bergamasco
Poche case ma ben ristrutturate, poche vie ma lastricate, magnifici portici e a vegliare su tutto la chiesa, dedicata a Sant’Antonio da Padova ma anche ai santi Cornelio e Cipriano. Squisitamente romanica, sebbene l’arco d’ingresso sia a sesto acuto, con un interno riccamente affrescato. Riccamente non per modo di dire giacché le pitture, alcune delle quali datate 1475, sono di notevole qualità. Ed è bello che, malgrado non sia così comodo abitare qui, ci siano ancora residenti che hanno voglia di scarpinare per vivere in questo paese grande come un francobollo e bello come una lettera d’amore.
Velocità e lentezza, praticità e contemplazione trovano il loro equilibrio in questo angolo di Val Brembana, dove riflessione e azione si contemperano da secoli, dove è connaturato a natura e case il concetto, pratico e metafisico, che pensare è bello, ma fare non è certo un male. «Mai nulla fa chi troppo pensa» (Torquato Tasso).

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