Voto in Provincia, Paroli e Bertagna dicono sì al tavolo delle larghe intese

Il ragionamento è binario. Il baricentro sta nella necessità di far funzionare meglio la Provincia, ma per farlo i fronti d’azione sono (appunto) due. Il primo riguarda l’oggi e, quindi, l’attuale assetto dell’ente di secondo livello che a gennaio dovrà affrontare l’elezione del nuovo presidente del Broletto. Il secondo riguarda il futuro assetto dell’organismo che Brescia, attraverso il lavoro dei parlamentari tutti, potrà tentare di fare tornare alle origini. Tradotto: elezione diretta per le province estese quanto la nostra, riportando le lancette al pre riforma Delrio. Il pensiero è dei vertici locali di Forza Italia e Lega - il commissario Adriano Paroli e il segretario provinciale Alberto Bertagna - che non solo raccolgono così la sollecitazione del vicepresidente del Broletto, Guido Galperti (Italia Viva), ma la promuovono anche.
Obiettivo: prove di larghe intese a partire da un programma comune (ripescando quindi «l’idea madre» della Provincia interpretata alla Pier Luigi Mottinelli, come Casa dei Comuni) per arrivare a un presidente comune.
Prove d’intesa
Spiega Paroli: «La Provincia ha sul tavolo una serie di temi caldi che non possono permettersi indecisioni o tentennamenti come purtroppo ci sono stati in questi anni. Galperti ha lanciato una sollecitazione che trova Forza Italia d’accordo: bisogna togliere questa Provincia dalla battaglia dei partiti. Parallelamente si deve tentare al più presto almeno l’approvazione di nuove regole, se possibile già con la Legge di bilancio: ora come ora restano tagliati fuori tre quarti dei sindaci». Non solo. Per Paroli bisogna mettere mano anche allo status degli aspiranti presidenti: «Non dev’essere per forza sindaco, ma serve il requisito di consigliere comunale, perché - evidenzia - un sindaco ha poco tempo per fare altro e non ha emolumenti che gli consentano di lasciare il proprio lavoro. Infine, bisogna allineare le nomine di presidente e Consiglio, che devono durare cinque anni».
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Bertagna è sulla stessa lunghezza d’onda: «Quella proposta da Galperti è una visione di prospettiva che l’Amministrazione uscente non ha avuto e che invece potrebbe finalmente portare a compimento opere strategiche importanti». Il riferimento è all’autostrada della Valtrompia, ma anche al prolungamento della metro e alle problematiche legate alla viabilità: «Si può ragionare in ottica di una Costituente bipartisan sui temi e sui programmi a fronte di un percorso parallelo che porti alla riforma delle Province».
Perimetro
Come ci si arriva e quale lo sviluppo sul versante politico? «Sarà utile parlarne al più presto di persona, attraverso un tavolo di lavoro e di condivisione sui contenuti nel quale sarà il benvenuto chi vuole fare, non chi vuole ostacolare» dice Paroli. Entrambi, lui e Bertagna, si fanno promotori di questo percorso che potrà essere avviato «non appena sarà nominato il coordinatore provinciale di FdI, attore indispensabile» conferma il segretario della Lega. Che aggiunge: «Se c’è la possibilità di allargare il campo, tanto più con Galperti e per il ruolo che Italia Viva ricopre anche a livello nazionale, ben venga». Il discorso si fa più intricato quando si parla di nomi. I papabili, con le regole attuali (e quindi coloro che di fronte a loro hanno almeno tre anni e mezzo di mandato), in casa centrodestra sono un numero risicato: si parla di dieci, massimo quindici sindaci. Ed è escluso che con un vantaggio di consensi in tasca, l’asse FdI-Lega-Fi possa consegnare la presidenza a Iv o al centrosinistra nel segno delle larghe intese. «Ma - conclude la Lega - individuare un presidente che sia gradito anche agli attori delle larghe intese è non solo possibile, ma anche auspicabile». E non è poco.
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