Voto in provincia, le cinque comunità montane: sì alle larghe intese

Anche le Comunità montane spingono le larghe intese in Broletto. Dopo il lancio del lodo Galperti («un unico candidato presidente») e l’adesione di Forza Italia e Lega, ora anche le 5 Comunità montane bresciane scendono in campo a sostegno di una «gestione condivisa del Broletto». La riforma Delrio è stata un (mezzo) flop e tutti ormai auspicano il ritorno alla «vera» Provincia: più risorse, più competenze e l’elezione diretta da parte dei cittadini. Intanto però a gennaio, probabilmente il 29, c’è da eleggere il successore di Samuele Alghisi. E le attuali regole prevedono che a sceglierlo siano i 2.500 amministratori locali bresciani, sindaci e consiglieri comunali. Con la riforma del 2014 la Provincia è diventata ente di secondo livello, dal carattere più amministrativo che politico. È diventata «Casa dei Comuni» e, com’era stato per il primo mandato di Pier Luigi Mottinelli, le Comunità montane auspicano un’intesa bipartisan.
L’appello
Il primo ad uscire allo scoperto è stato il presidente della Comunità Montana di Valle Camonica, Alessandro Bonomelli: «Il Presidente della Provincia dovrà essere espressione del territorio, dei Comuni, al di sopra delle appartenenze politiche» ha detto nei giorni scorsi. Ora tocca alle altre comunità che - da enti di secondo livello - stanno attuando da tempo una gestione «condivisa», con alleanze trasversali che vanno oltre lo schema destra-sinistra. «Siamo enti amministrativi - spiega Giovanmaria Flocchini, presidente della CM di Valsabbia -: tutti i sindaci hanno gli stessi problemi e bisogni. Non hanno senso le logiche di partito». Sia chiaro, precisa Flocchini: «Per le Province auspico il ritorno all’assetto pre-riforma. Ma oggi la Provincia è questo».
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L’esperienza delle Comunità montane può tornare utile. «Non vuol dire pensiero unico, ma far quadrato nell’interesse del territorio». Quindi «sì alle larghe intese». Le «modalità operative» le decideranno le segreterie dei partiti, così come il nome del possibile candidato unitario. Ma l’auspicio è che in Provincia si possa arrivare ad una «gestione condivisa». «Soprattutto in questa fase», con importanti risorse da spendere (sul territorio), a partire dal Pnrr. Anche Massimo Ottelli, presidente della CM di Valle Trompia, sposa le larghe intese. L’esponente di Italia Viva spiega che questa «è la strada migliore per dare risposta ai tanti temi amministrativi del nostro territorio. L’esperienza della Casa dei Comuni del presidente Mottinelli è stata importante, con scelte condivise su infrastrutture, viabilità, ciclo idrico».
Davide Pace guida la Comunità montana dell’Alto Garda e punta ad una revisione della legge: «Così la Provincia non serve». Ma in vista di gennaio «meglio le larghe intese». Una posizione ribadita anche da Marco Ghitti, presidente della CM del Sebino Bresciano: «Dividersi tra maggioranza e minoranza in un ente di secondo livello ha poco senso. Servono soluzioni rapide e concrete. Per questo auspico che si possa trovare un nome condiviso per rilanciale la Provincia». Si vedrà.
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