Visite in arretrato, la Regione promette: «Entro fine 2022 ne erogheremo 7.500»

La «campagna di recupero» riguarderà le prestazioni non garantite entro 10 o 30 giorni come da ricetta
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SANITA', LE VISITE ARRETRATE
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Se hai prenotato una prestazione specialistica ambulatoriale che, secondo le indicazioni di priorità del medico che te l’ha prescritta, avrebbero dovuto garantirti entro dieci giorni (priorità B) o entro 30 (priorità D) e che, invece, ti hanno fissato molto più in là nel tempo, aspettati in questi giorni una telefonata dalla struttura sanitaria per anticipare l’appuntamento entro il 31 dicembre 2022.

I telefoni dovrebbero squillare - almeno secondo quanto annunciato ieri dal presidente e dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia, rispettivamente Attilio Fontana e Guido Bertolaso - per circa 7.260 persone che nel Bresciano sono in attesa di una prima visita per dieci specifiche prestazioni e che hanno l’appuntamento fissato fuori tempo, nel periodo tra gennaio e giugno 2023. Con priorità per coloro che dovevano essere visitate entro dieci giorni (in totale circa 330, alle quali si aggiungono ovviamente le nuove richieste da soddisfare nei tempi stabiliti) in base alle indicazioni di urgenza del medico prescrittore.

Richiamare

Dunque, riprogrammazione degli appuntamenti per le prime visite di oculistica, di dermatologia, ortopedia, cardiologia, endocrinologia/diabetologia e neurologia(neurochirurgia. Per chi aveva una priorità a dieci giorni, riprogrammazione entro fine anno anche per prestazioni strumentali quali eco(color)dopplergrafia cardiaca, ecografia bilaterale della mammella, ecografia addome completo e eco(color)doppler dei tronchi sovraortici.

A seguire, riprogrammazione per la classe di priorità D da erogare entro trenta giorni per le visite ed entro sessanta per le prestazioni strumentali. Se le prestazioni già fissate non rispettano questa tempistica, le strutture sanitarie telefoneranno agli assistiti per riprogrammare la data delle visite e delle prestazioni.

Nella nostra provincia, ad oggi, sono 6.930 gli appuntamenti fissati fuori dai tempi in cui sarebbero dovute essere garantite.

I desideri e la realtà

Così, sulla carta, è evidente che si tratta di una bella notizia per chi ha bisogno di una visita e non ha certezza sui tempi di erogazione. Non si può, tuttavia, ignorare che le attese non sono frutto di sadismo da parte degli operatori sanitari, ma della difficoltà a far combaciare il numero delle domande e la capacità di dare risposte, tenuto conto del personale a disposizione e dell’organizzazione del lavoro.

«Abbiamo impostato un metodo concreto, frutto di un lavoro svolto dalla Dg Welfare con Agenzie di tutela della Salute e Aziende sociosanitarie territoriali. L’obiettivo è risolvere progressivamente alcuni colli di bottiglia. Ci siamo in particolare concentrati sulle 10 tipologie di visite più richieste e che scontano tempi di attesa più lunghi», ha detto l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, commentando il provvedimento assunto dalla Giunta regionale lombarda per il contenimento delle liste di attesa.

Agende che non comunicano

«Occorre intervenire - ha proseguito - sulla gestione delle prenotazioni uniformando le agende dei posti disponibili in tutta la Regione. Abbiamo chiesto di incrementare i posti e di far partire un sistema di memo delle prenotazioni, così da liberare i posti di chi per la stessa visite ne ha fissate più d’una in luoghi diversi. L’agenzia di controllo, in raccordo con le Ats, attiverà i nuclei operatori di controllo per verificare sul territorio la disponibilità delle visite messe a disposizione per il 2023».

Le fasi

Il lavoro, secondo quanto deliberato in Regione, si articolerà dunque in 3 fasi: organizzazione, per programmare modalità e criteri di azione, volti ad una ottimizzazione del processo di prenotazione ed erogazione delle prestazioni; monitoraggio, per raccogliere periodicamente e sistematicamente i dati forniti dagli Enti Sanitari relativamente alla programmazione; controllo, per verificare l’andamento delle attività, attraverso i dati raccolti, da parte di organi preposti». Una sola struttura centrale.

«L’obiettivo - ha concluso Bertolaso - è migliorare il sistema complessivo per arrivare a una struttura centrale di prenotazione unificata che raccolga tutti i posti disponibili evitando, come accade ora, che su 100 posti per una visita specialistica, solo sessanta siano a disposizione della rete regionale, mentre gli altri 40 vengono gestiti direttamente dalla struttura».

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