Violentarono una 13enne a San Polo, due ragazzi condannati a otto anni

In strada, a due passi dalla fermata della metropolitana a San Polo, al termine di una serata scandita dai bicchieri di vodka bevuti uno dietro l’altro come fosse acqua. Le hanno tappato la bocca per non farla gridare. E l’hanno violentata. Non si sono fermati davanti a niente. Non al fatto che fosse ubriaca e nemmeno che quella sera non aveva ancora 14 anni. L’hanno anche abbandonata sull’asfalto costringendola a chiedere aiuto ad un automobilista di passaggio.
Il dramma
È una storia agghiacciante quella al centro di un processo che si è concluso ieri in primo grado. Con due condanne a otto anni di carcere per violenza sessuale di gruppo nei confronti di due giovani che avevano 19 anni la sera del 4 ottobre 2020. Non erano soli; c’era anche un terzo amico, coetaneo, che però è svanito nel nulla. Irreperibile per la giustizia italiana che però ha presentato il conto agli altri due.
Tutti nati in famiglie di origini pakistane, ma cresciuti a Brescia hanno scelto il rito abbreviato ottenendo così lo sconto di un terzo della pena. Il giudice dell’udienza preliminare ha inflitto condanne più pesanti rispetto a quanto avrebbe voluto l’accusa, con il pm Ettore Tisato che aveva chiesto 7 anni per un imputato e 7 anni e 4 mesi per l’altro. Le indagini e l’esito di un incidente probatorio non avevano lasciato spazio ad un epilogo giudiziario differente.
Le condanne
La vittima, nata in Bangladesh ma bresciana a tutti gli effetti, si era fidata di quei ragazzi più grandi conosciuti qualche giorno prima. In compagnia di un’amica aveva trascorso la serata con loro in Piazza Vittoria in città. Il rientro a casa per lei si è trasformato in un incubo. Quando dal centro il gruppo sale a bordo della metropolitana destinazione San Polo, il tasso alcolemico di tutti è già alle stelle. La ragazzina era visibilmente ubriaca e i tre maggiorenni, quando l’amica ha salutato per andare a casa, hanno abusato sessualmente della 13enne, portata in un sottopassaggio pedonale in zona appartata. Pronunciando la sentenza di condanna a otto anni di carcere, i giudici hanno riconosciuto nei confronti degli imputati, sempre rimasti in libertà, le aggravanti di aver commesso il fatto con l’uso di sostanze alcoliche, di aver approfittato dell’orario notturno e di un luogo appartato, e nei confronti di una ragazzina che non aveva ancora compiuto 14 anni e che era sola e impossibilitata a difendersi anche perché ubriaca.
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