Variante al Pgt di Brescia, l’adozione passa ma è scontro acceso su tram e Tav

Clima pre-elettorale in Consiglio comunale: per il centrodestra «manca una visione di città», per la maggioranza «scelte coerenti»
Palazzo Loggia - © www.giornaledibrescia.it
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L’adozione passa, la delibera viene approvata con 19 sì e 7 no in coda a un Consiglio comunale certo concentrato sulla Variante al Pgt (di quella si discuteva) ma già chiaramente orientato al voto della prossima primavera. Il clima è decisamente pre-elettorale, e non poteva essere altrimenti, e così la discussione si fa accesa fra pregiudiziali, emendamenti e punzecchiature reciproche.

Ancor prima di entrare nel merito dell’analisi di quella che è la quarta Variante al Pgt (finalizzata al potenziamento del sistema di cintura verde, all’incremento dell’offerta dei servizi anche ecosistemici, all’incentivazione di processi di rigenerazione urbana e sociale e all’adeguamento alle previsioni di progetti di mobilità), i volumi si alzano quando il centrodestra presenta una questione pregiudiziale (finalizzata al ritiro della trattazione del punto all’ordine del giorno) e in subordine, in caso di rigetto, una sospensiva (tesa a rinviare la trattazione in Commissione), entrambe focalizzate sulle «osservazioni della Provincia - notano Paola Vilardi, Forza Italia, e Michele Maggi, Lega - che chiede alcune correzioni da apportare alla Variante ed alle quali il Comune risponde che la documentazione sarà messa a disposizione nelle fasi successive dell’iter procedurale».

Dalla segreteria generale si rileva la legittimità della risposta, l’opposizione resta convinta dell’inopportunità di discutere subito la delibera, ma la maggioranza compatta respinge sia la pregiudiziale sia la sospensiva, con l’astensione di Guido Ghidini dei 5 Stelle.

La delibera

Si passa all’analisi della delibera, illustrata dall’assessore Michela Tiboni nel solco di «due principi fondamentali (tutela e salvaguardia del non costruito e rigenerazione del costruito) già presenti nel vigente Pgt. Ma una Variante serviva perché nel frattempo sono intervenuti vari processi di trasformazione urbana che hanno inciso sul piano».

Tra i punti più rilevanti: l’ampliamento del Plis delle colline alle aree agricole a Sud della città, chiudendo così la cintura verde attorno a Brescia; il potenziamento della riforestazione a ridosso dell’autostrada e della tangenziale; la rivisitazione dell’area della stazione metrobus Polimabulanza, dove arriverà la sede dell’Arpa; il progetto di rigenerazione del complesso di San Cristo; il nuovo polo scolastico Bettinzoli in via Caleppe; la ridefinizione del perimetro delle aree dismesse Ideal Clima e Ideal Standard; adeguamenti per il potenziamento della viabilità, in particolare per la prima linea della tramvia Pendolina-Fiera.

Il dibattito

Il dibattito sulla delibera è lungo e articolato. Le prime critiche sono di Ghidini, che ad esempio evidenzia come «un errore» la decisione di far partire il tram dalla Pendolina («non intercetta nuovi flussi di traffico, così rischia di essere un doppione della metro») e poi critica «il metodo della Giunta, che procede per varianti, adottando anche una proroga, e non dà una visione urbanistica per il futuro della città».

Su questo insistono anche i consiglieri del centrodestra (i già citati Vilardi e Maggi oltre a Margaroli e Natali per Fratelli d’Italia, i leghisti Tacconi e Giori e il forzista Fontana), che puntano il dito contro «la mancanza di opere strategiche ed il silenzio su carcere, stadio, campus universitario, Musil, mentre si spinge sul tram che inciderà pesantemente sulla città», parlando di «Variante zoppa, voluta da una Giunta ormai in smarrimento, incapace di affrontare i grandi temi e che ha pure tenuto all’oscuro i cittadini sulle gravi conseguenze del passaggio della Tav».

In difesa della Variante intervengono la stessa Tiboni e gli assessori Fabio Capra («L’ambiente viene prima del cemento, l’abbiamo dimostrato») e Federico Manzoni («Ci accusano di non saper fare scelte strategiche ma solo di piccolo cabotaggio e poi criticano, immotivatamente, le grandi opere dicendo che il tram devasta la città e la Tav pure: si mettano d’accordo»), oltre ai consiglieri Pd Roberto Omodei, Marco Pozzi e Laura Parenza ed alla capogruppo di Sinistra a Brescia, Donatella Albini.

Emendamenti

Il dibattito si accende anche attraverso gli emendamenti. Il centrodestra ne presenta 23, due dei quali sono accolti dalla maggioranza e votati all’unanimità dall’aula, mentre un terzo è ritirato in vista di una discussione specifica sul punto rispetto alla quale la maggioranza si dice aperta. Sono invece respinti i tre emendamenti presentati da Angelamaria Paparazzo del Gruppo misto riguardo al Parco regionale delle colline e all’inizio dei lavori per la riqualificazione e il riuso dell’area dell’ex polveriera di Mompiano.

In seguito alla bocciatura, Brescia Green (associazione a cui aderisce Paparazzo) annuncia che organizzerà una sottoscrizione pubblica in calce ai tre emendamenti che saranno trasformati in osservazioni alla Variante del Pgt.

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