Vaiolo delle scimmie, non preoccupa il caso bresciano

Tra gli undici pazienti affetti identificati in Lombardia c'è anche un uomo di Brescia che ha contratto l'infezione all'estero
Il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, Francesco Vaia, durante la conferenza stampa sul vaiolo delle scimmie, Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, Roma (20 maggio) - Riccardo Antimiani Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, Francesco Vaia, durante la conferenza stampa sul vaiolo delle scimmie, Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, Roma (20 maggio) - Riccardo Antimiani Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

C’è anche un bresciano tra gli undici pazienti affetti da vaiolo delle scimmie identificati in Lombardia. È un italiano ed ha contratto l’infezione all’estero. Il suo caso è stato diagnosticato all’Ospedale di Verona, dove si era rivolto dopo aver avuto i primi sintomi dell’infezione. Non è ricoverato e le sue condizioni di salute non sarebbero preoccupanti. Altre cinque persone sono residenti a Milano, tre in Brianza, una a Pavia e una nel Mantovano.

Il primo caso confermato di vaiolo delle scimmie diagnosticato nel nostro Paese risale allo scorso 20 maggio: il paziente era una persona di sesso maschile che ha avuto bisogno del ricovero in ospedale.

Ieri, a distanza di meno di dieci giorni dalla prima diagnosi, il team di virologi e ricercatori della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, guidati dal professor Fausto Baldanti, ha sequenziato l’intero genoma di un ceppo di virus del vaiolo delle scimmie (MPVX) dal tampone vescicolo cutaneo di uno dei pazienti di ritorno dalle Canarie. Il genoma completo di monkeypox è stato sequenziato direttamente dal campione biologico mediante un approccio di metagenomica con il sequenziamento di nuova generazione.

«Un’analisi filogenetica preliminare mostra chiaramente che il genoma ottenuto appartiene al clade dell’Africa occidentale di MPXV ed è più strettamente correlato con i ceppi riscontrati recentemente in Portogallo e nel resto d’Europa - commenta Fausto Baldanti, direttore Microbiologia e Virologia del Policlinico San Matteo -. Attualmente i casi positivi finora diagnosticati al San Matteo sono 4, ed è in corso il sequenziamento dei 3 casi rimanenti. Infine, sono in corso le analisi per due ulteriori casi sospetti».

I sintomi

I sintomi del vaiolo delle scimmie comprendono di solito: febbre, intenso mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e astenia. I segni più frequenti sono: linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee. 
L’eruzione cutanea di solito inizia entro tre giorni dalla comparsa della febbre. Le lesioni possono essere piatte o leggermente rialzate, piene di liquido limpido o giallastro, possono formare croste, seccarsi e cadere. L’eruzione cutanea tende a concentrarsi sul viso, sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Può anche essere riscontrata sulla bocca, sulla zona perigenitale e sugli occhi. I sintomi in genere durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento. 

Come si trasmette

Il virus si trasmette attraverso un contatto stretto con un caso sintomatico. L’eruzione cutanea, i fluidi corporei (come liquido, pus o sangue da lesioni cutanee) e le croste sono particolarmente infettivi. Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi attraverso la saliva o attraverso droplet (goccioline respiratorie) in caso di contatto prolungato faccia a faccia (a maggior rischio gli operatori sanitari, i membri della stessa famiglia e altri contatti stretti dei casi confermati).

Il vaiolo delle scimmie può essere trasmesso anche con contatto diretto tra le lesioni durante le attività sessuali. Anche indumenti, lenzuola, asciugamani o stoviglie contaminati dal virus di una persona infetta possono contagiare altre persone.

Autoisolamento

Per proteggere se stessi e gli altri, la Circolare del 25 maggio 2022 del ministero della Salute prevede che i casi confermati e sospetti di «vaiolo delle scimmie» si mettano in autoisolamento e chiunque abbia sintomi riferiti all’infezione deve contattare immediatamente il proprio medico. I contatti stretti di un caso confermato devono essere monitorati quotidianamente per 21 giorni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia