Vaccino in farmacia: nel Bresciano in 600 abilitati a vaccinare

Da giugno il vaccino anti-Covid si potrà fare anche in farmacia. Nel Lazio sono già state aperte le prenotazioni ed è stato registrato un boom di adesioni. In Lombardia il protocollo che detterà le regole dell’operazione «è pronto per la firma definitiva». Lo fa sapere Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia: «Se tutto andrà come previsto - annuncia - si partirà con le somministrazioni tra il 10 e il 15 giugno».
Nella nostra provincia «sono circa seicento i farmacisti abilitati a inoculare il vaccino anti-Covid: hanno seguito il corso del Ministero della Salute e la parte pratica che si conclude domani (oggi per chi legge, ndr). L’adesione, insomma, è stata massiccia e ora si respira tanta voglia di iniziare». I dettagli verranno ufficializzati nei prossimi giorni. Clara Mottinelli anticipa che per la distribuzione delle dosi si ricorrerà al «canale dei farmaci ospedalieri che vede capofila l’Ats di Bergamo». L’Agenzia orobica di tutela della salute «sarà il collettore delle nostre richieste: in base alle disponibilità e alle necessità delle singole farmacie le dosi arriveranno sul territorio».
Circa quali tipi di vaccino saranno disponibili la presidente di Federfarma Brescia cita il Johnson & Johnson: «Per ora si è parlato di quello».
Spazi e personale. Le prenotazioni «avverranno sul portale delle Poste. I cittadini potranno scegliere se ricorrere al canale classico del Sistema sanitario nazionale e farsi somministrare il vaccino negli hub o affidarsi al canale del territorio, ossia ai medici di famiglia e ai farmacisti». Questi ultimi, ovviamente, dovranno comunicare in quali giornate e in quali fasce orarie sono disponibili a fornire questo tipo di servizio in modo tale che i cittadini, sul portale, possano scegliere la data e l’ora della somministrazione. Stando a quanto sostiene Clara Mottinelli i requisiti dei locali in cui si potrà inoculare il vaccino «non saranno particolarmente limitanti: non serve disporre di una doppia entrata, basta ricavare un luogo tranquillo in cui svolgere l’anamnesi e la somministrazione e far sì che i cittadini possano trascorrere lì, in tranquillità, i 15 minuti successivi al vaccino». «Nei locali al di sotto dei cento metri quadrati si consiglia di erogare il servizio quando la farmacia è chiusa, per esempio in pausa pranzo.
Tendenzialmente - aggiunge - serviranno almeno due professionisti abilitati alla somministrazione: uno che segue la parte più burocratica, l’altro che si occupa concretamente dell’inoculazione. Nelle realtà piccole, chi è da solo dovrà calibrare il servizio in relazione alle proprie disponibilità».
Case di riposo. In tempi di pandemia «le farmacie hanno fatto un passo in avanti lungo dieci anni - commenta la presidente -. Da parte del nostro settore ho notato una grande voglia di evolvere e prepararsi dimostrando, ancora una volta, il proprio ruolo strategico sul territorio». Mottinelli parla di grande apertura al cambiamento per venire incontro alle esigenze della comunità con fatti concreti. Fatti concreti che riguardano i vaccini, ma anche i tamponi. Anche su questo fronte c’è una novità: «In un futuro non troppo lontano, presumibilmente già dal mese di giugno, i familiari degli ospiti delle case di riposo potranno recarsi in farmacia ed eseguire gratuitamente i tamponi pagati dalla Regione. I dettagli non ci sono ancora. La nostra disponibilità, ovviamente, sì».
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