Una vecchia casa rinasce per la prof. Viktoria e i suoi gemelli

Sul tavolo della cucina con le piastrelline anni Settanta ci sono alcune mele e una colomba ancora da aprire. Fuori dalla finestra, adagiato sul davanzale, c’è il vaso in cui Viktoria ha piantato il basilico. «Presto faremo anche l’orto», racconta Elio, padrone di casa insieme al fratello Nunzio. Siamo al civico 135 di via Sottopassaggio a Calcinato nell’appartamento che i Ponzoni hanno messo a disposizione di una donna ucraina e dei suoi due figli gemelli di 12 anni Nazar e Marharyta (per tutti Margot). Una casa «rimasta vuota per oltre vent’anni - racconta Elio, che di anni ne ha 72 -. L’aveva costruita mio papà Guglielmo, impresario edile, per tenere occupati gli operai durante la stagione invernale. Una volta completata lui e mia mamma l’avevano messa in affitto. Quando poi lei è morta nessuno c’è più entrato». Come si può immaginare, per renderla agibile è stato necessario un super lavoro. In tantissimi hanno aiutato i due fratelli in quest’impresa.
Lavoro di squadra
«Il mio amico Giacomino - racconta il 72enne - ha rifatto la guaina del terrazzo. Io, Giulio, cacciatore di Molinetto, e Alvaro, barbiere in pensione con la passione per le tinteggiature, abbiamo sbiancato le pareti. L’impianto elettrico è stato rifatto con l’aiuto del mio amico Dalmazio, quello idraulico è stato riadeguato». Elio è un alpino e ha molte conoscenze nella zona: «Ci hanno dato una mano alcune penne nere, in primis Umberto, che guida il gruppo locale. Poi sono arrivati i volontari dell’Iniziativa L’Ovo de L’asino, i pescatori e i cacciatori delle due associazioni attive in paese: la Fidc e l’Anlc. Armando ha installato parabola, antenna e decoder così mamma e figli possono vedere i canali televisivi ucraini. Gianlugi ci ha regalato le plafoniere e Fausto ha montato la cucina».
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L’elenco delle persone scese in campo, insomma, è lunghissimo. Sta di fatto che, subito dopo Pasqua, Viktoria e i gemelli hanno potuto lasciare la casa di Angela e Marco in cui avevano trovato una prima sistemazione e traslocare in via Sottopasso. «Siamo felicissimi - ammette ora Elio -. Questo appartamento è rinato per una buona causa. Affinché sia tutto a posto mancano solo la lavatrice e i termoconvettori a gas».
La storia
Anche Viktoria è contenta di aver incontrato, lungo il suo cammino, i fratelli Ponzoni e tutte le persone che in queste settimane le hanno aiutate: dalle mamme che hanno raccolto vestiti, alimenti e alti prodotti di prima necessità fuori dall’Istituto compensivo fino ai volontari della Protezione civile del paese. In Ucraina la donna classe ’72 insegnava Economia al Politecnico di Kharkiv. Ora, grazie a una chiavetta Internet e a un computer, si collega spesso con i suoi studenti sparsi in mezza Europa. «La mia città è in buona parte distrutta - ci racconta la professoressa con l’aiuto di Irina, una signora ucraina di casa a Calcinato da tantissimi anni -. Là sono rimaste la mia mamma, l’altra mia figlia e la sua bambina di nove anni. Non vogliono andarsene».
Anche il marito di Viktoria, che lavora in una azienda che fabbrica mobili, «è rimasto a casa. Per fortuna stanno tutti bene». La preoccupazione per il suo Paese e per i familiari è tanta. E dal suo cellulare ci mostra le foto di quel che rimane di Kharkiv. Quando parla dei gemelli le si illuminano gli occhi: «Qui sono sereni - racconta -. Frequentano la scuola media e praticano sport». La ragazza fa un corso di ginnastica artistica in paese, il fratello è stato inserito nella Dragon Karate. Si allenano entrambi al palazzetto e conoscono già molte parole in italiano. Ogni realtà di Calcinato sta cercando di fare il possibile affinché si sentano protetti, a casa.
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