Un progetto di legge per tutelare bande, cori e gruppi musicali popolari

Lo ha presentato il consigliere regionale leghista Massardi. La novità più grossa è un registro per censire le varie realtà
Una legge regionale per bande e cori
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Dal 16 gennaio 2024 in Regione Lombardia c’è un progetto di legge per tutelare le bande, i cori e i gruppi musicali amatoriali. Si intitola «Tutela, valorizzazione, promozione e sostegno alle bande musicali, fanfare, cori e gruppi folk della Lombardia»: il consigliere bresciano della Lega Floriano Massardi l’ha pensato perché ritiene che manchi, a oggi, un sostegno concreto alle esperienze musicali popolari che pullulano in Lombardia.

Nel concreto la legge - che non ha partito o colore politico, dice Massardi (Lega) - prevederà tra le altre cose la promozione della didattica e dell’avvicinamento alla musica nei territori periferici; dei contributi ai comuni - che nella quotidianità si occupano della fornitura di ambienti e spazi, materiali e strumenti - e agli stessi complessi, alle associazioni e alle istituzioni private senza fini di lucro; ma anche l’istituzione della «Settimana regionale della musica lombarda e dei lombardi», che cadrà nel periodo attorno al 21 giugno, giornata internazionale della musica. «Chi riceverà i fondi, sarà tenuto a sviluppare un evento all’interno della settimana: un concerto, una serata di divulgazione…».

La novità più grossa è l’ideazione di un registro per censire le realtà, ovvero un elenco telematico regionale al quale potrà accedere chi svolge questa attività per tenere traccia della presenza delle realtà musicali sul territorio. In Lombardia ci sono infatti seicento bande, suppergiù, «ma è una stima poiché non esiste un registro». Quattrocento sono invece i gruppi corali, indicativamente. A questi vanno sommati i cori scolastici, i cori parrocchiali, i gruppi folkloristici e le fanfare. Su duecento comuni, si contano almeno trecento realtà musicali miste, dice Massardi.

La conferenza stampa a Brescia

Durante la conferenza stampa di presentazione al Pirellino di Brescia, Massardi aveva con sé la sua tromba. «Nasco in questo ambiente», spiega, sottolineando così la vicinanza personale al mondo musicale amatoriale. Diplomato al conservatorio e originario di Vallio Terme, il consigliere regionale vorrebbe dare dignità a un comparto che ritiene strategico alla crescita dei giovani, ma non solo. «Suonare dà una marcia in più. Già durante la prima legislatura mi sarebbe piaciuto fare qualcosa ma il Covid ha rimescolato le priorità».

Anche il presidente dell’associazione culturale Vincenzo Gioberti, Alberto Garzoni, ha dato il suo contributo da Oxford, dove insegna, aiutando a perfezionare il testo e il contenuto del progetto. Si dice soddisfatto: a suo parere la legge offrirà nuovi strumenti per non fare morire «quelle esperienze musicali che permettono di accedere a valori che rischiano di perdersi».

Le risorse a disposizione

Le risorse a disposizione, in sostanza? 800mila euro all’anno, ovvero 2.400.000 euro in tre anni. Di questi 800mila euro, 500mila saranno destinati alle spese correnti (acquisti di partiture, pagamento degli insegnanti…) e 300mila agli acquisti in conto capitale (come per esempio la ristrutturazione delle sedi o le spese per nuovi strumenti). 

La legge è stata ora depositata e assegnata alla commissione cultura. Una volta avviato, il progetto verrà presentato in commissione da Massardi, che convocherà poi gli stakeholder (Associazione Bande Musicali Bresciane, Associazione Cori Lombardia, Associazione dei Direttori di Coro e tutti coloro a cui si rivolgerà la legge) per un confronto.

L’obiettivo di Massardi è quello di concretizzare le legge - dal punto di vista finanziario e da quello esecutivo - entro l’estate e di confrontarsi a cadenza regolare con gli stakeholder.

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