Un circuito «virtuoso» di fede e di arte

Musei ad ingressi contingentati non le condizioni ideali per avvicinarsi alle opere d’arte
Il polittico Averoldi - © www.giornaledibrescia.it
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Musei ad ingressi contingentati, tempi stretti, visite con accompagnatore. Certo non le condizioni ideali per avvicinarsi alle opere d’arte cogliendone tutta la complessità che intreccia storia, cultura e valori. Condizioni che restano invece nelle nostre chiese, dove statue e dipinti mantengono la loro funzione devozionale originaria, come testimonia l’affetto che a queste «icone» tributano quotidianamente i fedeli. Funzione riconosciuta anche dalla generosità con cui spesso i bresciani intervengono a sostegno di opere e architetture religiose: ultima in ordine di tempo, la chiesa dei Miracoli, dove una famiglia ha finanziato il restauro e la messa in sicurezza della cupola.

Valori simbolici e devozionali che ci auguriamo non vengano persi - anzi, siano valorizzati - dal progetto Brescia e Bergamo capitali della cultura: soprattutto il «nostro» ’500 (bresciano con Moretto e Romanino, bergamasco con Lorenzo Lotto) fu la culla di un’arte che utilizzò l’immagine per veicolare profondi valori religiosi, talora al limite dell’eresia, che un circuito di visita ad hoc potrebbe valorizzare. Lasciando da parte le diatribe attribuzionistiche, e dando spazio - e tempo - alla contemplazione dei visitatori.

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