Ultimatum ai sanitari che rifiutano il vaccino: sospesi da luglio

In provincia di Brescia sono circa 1.800. Altrettanti si sono messi in regola dopo il primo avviso da parte di Ats
Una manifestazione di operatori sanitari «no vax» - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una manifestazione di operatori sanitari «no vax» - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ultime chiamate per una strada che si è rivelata molto in salita. È infatti complessa la procedura per far ottemperare l’obbligo vaccinale per medici, infermieri e personale sanitario. Per l’esattezza «gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario». Obbligo sancito lo scorso primo aprile con un decreto convertito in legge il 28 maggio. Una strada accidentata, disseminata di ostacoli anche di natura legale: alcuni medici hanno ricorso contro il richiamo delle autorità sanitarie. Operatori sanitari, attraverso i loro legali, hanno motivato la scelta di non vaccinarsi dichiarando di non essere a diretto contatto con i pazienti.

Le vie di fuga sono molte per chi non vuole vaccinarsi e per un obbligo vaccinale che rischia di essere di difficile applicazione, lasciando molte domande senza risposta? Chi deve sospendere il personale che ha un contratto interinale o con partita Iva? Ed i liberi professionisti, eventualmente sospesi dall’Ordine professionale e quindi, con divieto di esercitare, bastano i pochi mesi che ci separano dal 31 dicembre per avere la parola fine da tutti gli eventuali ricorsi? Si potrebbe continuare, ma vogliamo essere ottimisti. Anche perché in questi giorni si sta comunque vedendo qualche spiraglio di possibilità di rendere operativi i contenuti del testo di legge, tant’è che Regione Lombardia - in linea con le altre regioni italiane - è pronta a far scattare da luglio le misure disciplinari per medici ed operatori sanitari che hanno scelto di non sottoporsi alla vaccinazione anti Covid-19, malgrado l’obbligo di legge per la loro categoria. Nel Bresciano sono circa 1.800 le persone a rischio di sospensione temporanea dall’esercizio della professione. Che, per gli iscritti ad un Ordine professionale, equivale anche alla sospensione dall’Ordine di appartenenza.

È il primo dato delineato da Regione Lombardia, dopo un lavoro certosino e complesso iniziato a svolgere dalla fine di maggio, in stretta collaborazione con le Asst e le Ats. È stato compito delle Agenzia di tutela della Salute accertare la mancata osservanza dell’obbligo vaccinale, sulla base delle segnalazioni da parte della Regione dei nominativi di coloro che non risultano vaccinati. L’Ats ha inviato una prima lettera a tutti ed in questi giorni i non vaccinati stanno ricevendo anche la seconda lettera, poi scattano le misure disciplinari. Che consistono nella «sospensione del diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi forma, il rischio di diffusione del contagio da SarsCov2» (articolo 4, comma 6 della legge). E ancora: «Quando l’assegnazione a mansioni diverse non è possibile, per il periodo di sospensione (fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale o, in mancanza, fino al completamento del pianto vaccinale e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2021) non sono dovuti la retribuzione nè altro compenso o emolumento». Il compito di inviare a tutti i non vaccinati la lettera ovvero da quando hanno iniziato a ricevere dalla Regione l’elenco del personale sanitario che non si è sottopostoi a vaccinazione anti Covid-19.

Dopo la prima comunicazione scritta, 1.844 operatori sanitari nel Bresciano (1.713 solo per Ats Brescia) hanno deciso di vaccinarsi. Per una parte dei duemila rimanenti sono ancora in corso accertamenti, in linea con il testo della legge che recita: «...in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, la vaccinazione non è obbligatoria e può essere omessa o differita». Secondo fonti regionali, corrisponde a circa il 7% il numero complessivo frutto della somma delle persone esentate o di residenti fuori regione o all’estero e comunque inclusi negli elenchi ora in possesso di Ats.

Ecco, dunque, che all’appello ne mancano 1.800, pari a circa il 5% del totale di tutti gli operatori. A livello regionale, su 265mila sottoposti all’obbligo, quelli che rifiutano il vaccino vanno dai 10 ai 12mila. Dai primi dati, risulta che la percentuale di medici, infermieri e personale sanitario dipendente dagli ospedali pubblici o privati convenzionati o dagli Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico è molto bassa. Nella maggior parte delle struttute risulta vaccinato il 99,8% dei lavoratori della sanità. La platea degli operatori è, tuttavia, molto ampia. Ricordiamo che, per legge, le persone obbligate a vaccinarsi sono:gli esercenti le professioni sanitarie (farmacisti, medici chirurghi, odontoiatri, veterinari, biologi, fisici, chimici, psicologi, nonché esercenti le professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione). Ancora, gli operatori sanitari e socioassistenziali (a titolo esemplificativo massofisioterapisti, operatori socio-sanitari e assistenti di studio odontoiatrico).

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