Ucraina, il centro di Folzano ha i giorni contati: «Aiutateci»

Il proprietario dell'immobile a Brescia non accetta mediazioni e conferma la decisione: fuori tutti dall’1 aprile
FOLZANO: IL CENTRO AIUTI CERCA CASA
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Il centro aiuti per gli ucraini di Folzano ha i giorni contati. Il proprietario dell’immobile è stato chiaro: «Il primo aprile, fuori tutti». Le volontarie dell’associazione italo-ucraina Nadiya vorrebbero raccogliere i 3mila euro d’affitto pendente e chiedere di restare ancora un mese, così da trovare con calma un’altra soluzione. Ossia un magazzino di grandi dimensioni accessibile anche ai tir. Lui, però, non vuole saperne: «Sono irremovibile - ha detto a noi -. Il capannone va liberato».

Si chiude dal 1° aprile

I vicini si lamentano per il viavai di mezzi che portano doni (cibo, medicinali, vestiti…) da ogni angolo della provincia e per i tir, i pullman e i furgoni che partono da lì, dal magazzino di via Cascina Pontevica, per convogliare tutta questa generosità verso l’Ucraina. Il proprietario, considerate anche le difficoltà emerse a pagare l’affitto da quando l’attività precedente, quella della «Stazione Ucraina», si è interrotta, vorrebbe assegnare lo stabile «con contratto quinquennale a una realtà con partita Iva. Io - ha detto - i volontari non li conosco nemmeno. Il contratto d’affitto non è intestato a loro», ma alla donna che gestiva la «Stazione» attiva fino a quando è scoppiata la guerra. «Di comune accordo si è deciso così: la scadenza è il primo aprile», taglia corto il proprietario.

Si è attivato il Comune

Il Comune è stato informato della situazione: l’assessore Marco Fenaroli, che sta seguendo il caso insieme al sindaco e al collega Alessandro Cantoni, dice di avere «un possibile spazio da proporre. La cosa, però, è ancora da valutare. Il nostro lavoro non è facile: dobbiamo rispondere anche alle necessità di chi raccoglie aiuti per i profughi arrivati nel Bresciano. E dobbiamo cercare di rendere coordinato tutto questo movimento spontaneo». Intanto le volontarie rinnovano l’appello: «Ci serve uno spazio».

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