Treno transita per Brescia con 22 container di «materiale esplosivo»

Il convoglio composto da una carrozza passeggeri e 22 container: l'ipotesi è che trasportasse aiuti militari per l'Ucraina
Brescia, treno carico di materiale «esplosivo» in transito
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Ore 17.50 di martedì 18 ottobre. Un locomotore di Mercitalia Rail (l'ex Trenitalia Cargo) transita a velocità sostenuta sul binario 1 della stazione ferroviaria di Brescia. Dietro di sé, cosa insolita, trascina un'unica carrozza per il trasporto passeggeri seguita da una lunga teoria di vagoni portacontainer. Ventidue, in totale. Si tratta di container in ottime condizioni, la maggior parte dipinti di bianco, un paio di colore blu.

Una composizione davvero insolita. Troppo per sfuggire all'occhio attento di chi conosce a fondo i dettagli del trasporto ferroviario. Quello transitato nel tardo pomeriggio per la città, non era un treno qualunque. Bensì un convoglio diretto all'estero, verso Est, al confine con l'Austria di Tarvisio-Boscoverde, assicura chi è addentro al grande groviglio delle strade ferrate. E il suo carico inconsueto lascia pensare che si tratti di parte degli aiuti militari diretti in Ucraina.

Un merci insolito

Il Gruppo Fs, interpellato, si limita a dichiarare che quello transitato è un treno merci, senza confermare, né smentire. Ma alcuni dettagli lascerebbero propendere per l'ipotesi del convoglio con materiale bellico: non solo i container sono apparsi insolitamente lindi e anonimi, privi di qualunque logo, ma su tutti e ventidue era riportato il segnale arancione necessario a indicare sui trasporti internazionali che il contenuto è rappresentato da «materiali e oggetti esplosivi».

  • Brescia, treno carico di materiale «esplosivo» in transito
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Insolita sotto questo profilo risulta, come detto, anche la presenza di una carrozza passeggeri tipica degli Euronight, cioè con cuccette, in testa ad un convoglio merci: questa, come già attestato in casi analoghi in altre località d'Italia, sarebbe destinata al personale militare che scorta il materiale trasportato. 

Si tratterebbe insomma di uno dei particolari treni che negli ultimi mesi stanno percorrendo le strade ferrate del nostro Paese (per lo più lungo la linea Adriatica) diretti verso Nord Est, ai confini con l'Austria. E da lì, forse presi in carico da altri vettori, proseguirebbero fino ai confini ucraini.

«Materiale secretato»

Cosa contenessero i container non è dato sapere. Non lo sarebbe anche nel caso in cui fosse confermato che si trattava di un convoglio di aiuti militari per Kiev: tutte le disposizioni relative agli invii di materiale bellico all'Ucraina, infatti, sono «classificate», ossia secretate. Così è avvenuto anche per l'ultimo pacchetto di aiuti licenziato riportato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 ottobre: l'allegato con l'elenco del materiale stilato dallo Stato Maggiore della Difesa è omesso per segretezza militare. Si sa solo che il treno è partito da Torino e con buona probabilità è il primo del genere che transita per la nostra città. 

Nell'insieme, dall'inizio del conflitto, l'Italia ha inviato in Ucraina mitragliatrici leggere e pesanti, mortai, giubbotti antiproiettive, elmetti, sistemi anticarro e antiaereo, oltre a missili Stinger terra-aria. Sul tema del supporto a Kiev (al momento si tratterebbe di risorse per circa 150 milioni di euro), proprio la scorsa settimana il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha ribadito l'impegno con queste parole: «Abbiamo consegnato tre tranche di aiuti militari e la consegna della quarta tranche sarà completata entro questo mese. A seguito della mia visita a Kiev, ho firmato un'ulteriore quinta tranche di aiuti. Di fronte al rischio di una guerra di logoramento, dobbiamo infatti continuare a mantenere una posizione coesa e determinata a sostegno dell'Ucraina, affiancando all'azione diplomatica il necessario supporto materiale, per favorire l'avvento della pace».

Allo Stato Maggiore della Difesa, si legge negli atti parlamentari relativi all'autorizzazione alle forniture belliche, viene dato mandato di adottare «le procedure più rapide per assicurare la tempestiva consegna dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti». E un trasporto ferroviario può ben essere così inteso.

Non più tardi dell'altro ieri il ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov, ha ringraziato via Twitter l'esecutivo di Draghi e il suo omologo italiano per l'ultimo pacchetto di aiuti militari in corso di invio: «Siamo davvero grati al governo italiano e al ministro Lorenzo Guerini per la consegna di un nuovo pacchetto di aiuti militari che ci aiuteranno a incrementare le nostre capacità difensive contro l'aggressione russa. L'Ucraina apprezza davvero molto il vostro sostegno». Aiuti, che da qualche parte, devono pur transitare anche nel territorio italiano se da qui partono.

Come che sia, il passaggio di un treno durato pochi secondi è quanto basta a rinnovare la consapevolezza - ove ce ne fosse bisogno - di come una guerra nel cuore dell'Europa sia cosa che per quanto appaia relativamente lontana, tocca tutti da vicino, al punto di sfiorare, anche solo col sospetto, le nostre case mentre sfila lungo i binari che molti di noi percorrono ogni giorno per andare al lavoro, a studiare o anche solo in gita. 

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