Tre anni di stipendio per comprare casa

Secondo lo studio del Gruppo Tecnocasa ad un bresciano servono in media 3,3 anni di stipendio per comprare casa
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Quanti stipendi dobbiamo guadagnare per riuscire a comprare casa? La risposta arriva dal Gruppo Tecnocasa, che in una recente indagine del proprio ufficio studi ha stimato che ad un bresciano servono mediamente 3,3 anni di stipendio. Questo è il dato locale relativo ai primi sei mesi del 2014, stima che spicca positivamente all'interno di un approfondimento su tutto il territorio italiano: a livello nazionale, infatti, sono necessarie mediamente 5,8 annualità, in leggera diminuzione rispetto a quanto era stato rilevato per il 2013 (6 annualità). La differenza diventa più consistente se lo stesso dato nazionale viene paragonato a quello del 2004, poiché dieci anni fa bisognava rimboccarsi le maniche per raggiungere almeno 7,8 anni di stipendi.

Ma con quali criteri il Gruppo Tecnocasa ha effettuato l'analisi? Il gruppo immobiliare si è basato sui prezzi al metro quadro di un immobile medio usato, raccolti dalle agenzie affiliate a Brescia e nelle altre grandi città e riferiti al mese di giugno 2014, ipotizzando un buon bilocale sui 65 mq; inoltre, ha considerato le retribuzioni contrattuali annue di cassa dipendente a tempo pieno per attività economica e contratto (al netto dei dirigenti) ricavate dalla banca dati Istat.

Ripetiamo: sono dati medi e quindi puramente indicativi, ma che comunque servono a dare un orientamento sul mercato. Tornando a Brescia, se nella prima metà dello scorso anno servivano appunto 3,3 annualità, nel 2013 ne occorrevano 3,6 mentre dieci anni fa bisognava guadagnare 5,5 anni di stipendi per acquistare un appartamento usato di quella metratura. 

E nel resto d'Italia? Mantenendo gli stessi criteri, Roma registra la cifra più alta, rimanendo la città in cui bisogna intascare il maggior numero di anni di stipendi: 9,5 annualità (10,7 nel 2004). A seguire, Milano con 7,9 annualità (11,1 nel 2004), Firenze con 7,2 annualità (10,3 nel 2004) e Napoli con 6,7 annualità (7,6 nel 2004). Nell'intervallo di tempo 2004-2014, Milano risulta essere la città con la variazione più significativa con le sue 3,2 annualità in meno. Ma anche Firenze e Bologna sono interessanti, rispettivamente con 3,1 e 3 annualità in meno rispetto a una decina d'anni fa. In generale, nei primi mesi del 2014 sono stati registrati prezzi immobiliari in discesa ovunque e compravendite in lieve aumento in tutte le realtà territoriali. Lo studio che abbiamo presentato dice, dunque, che nel 2014 i prezzi hanno registrato ancora qualche cedimento. Dal 2007-2008 il mercato ha perso il 30% come dato medio, con punte più attenuate o accentuate a seconda delle tipologie di immobile. La domanda che ragionevolmente ci si può fare è: scenderà ancora il mercato?

Le indicazioni generali dicono che siamo (saremmo) al pavimento. E non tanto per l’andamento del mercato immobiliare in sè, quanto, semmai, perchè è il quadro generale esterno che mostra qualche dato positivo. Un minimo di ripresa - timidissima - si avverte. E questo dà qualche incoraggiamento. C’è poi il dirompente dato dei mutui: il variabile al 2% è ormai pratica corrente e qualche ritocco all’ingù è più che possibile. Da qui un certo qualche rinnovato interesse che va incoraggiato: anche a questo serve il Meeting Immobiliare. Ne riparliamo il 28 e 29 marzo.

 

 

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