Trasporto pubblico nel caos tra congedi malattia e scuole

Con l’obbligo di green pass raddoppiate le assenze. Dal Tpl appello agli istituti: rispettate gli orari stabiliti
SCUOLE: TPL BLINDA GLI ORARI
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Trasporti scolastici ancora nel caos nella provincia bresciana. Gravano le ripercussioni dell’introduzione di obbligo del green pass per i lavoratori sul comparto del trasporto pubblico, che ha determinato un anomalo incremento delle assenza per malattia che sta mettendo in crisi il sistema.

Corse saltate e ritardi specie per le tratte extraurbane (anche oggi Arriva cancella un centinaio di corse, l’elenco qui), autisti costretti ai doppi turni per sopperire alle assenze dei colleghi. Il nodo è stato affrontato ieri nel Tavolo della prefettura, coordinato dal capo di Gabinetto, Stefano Simeone, con la partecipazione dei vertici dell’Agenzia del Trasporto pubblico locale di Brescia e col dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Giuseppe Bonelli, i direttori delle aziende di trasporto, i referenti di Comune e Provincia e dei sindacati.

I numeri sono emblematici: su un totale di 896 autisti in forza nel trasporto pubblico locale, a seguito del decreto che prescrive dal 15 ottobre il certificato verde per accedere ai luoghi di lavoro, nella sola società Arriva si è passati da un 6 al 13% di congedi per malattia, dal 10 al 18% per Apam, per fare qualche esempio. Difficile credere si tratti di una coincidenza, tanto più in un periodo in cui ancora non è arrivato il picco influenzale  ma, di fatto, il tema è molto delicato: come dirimere, infatti, chi può aver approfittato della situazione per stare a casa, da chi effettivamente necessita di cure (tanto più con certificato del medico curante, ossia un pubblico ufficiale)?

Ce n’è abbastanza per interpellare la giurisprudenza del lavoro e, magari, per parlare di «fumus persecutionis», come rileva Mario Bresciani della Fit-Cisl. Si dice «confortato» il presidente del Tpl Brescia, Giancarlo Gentilini, con un commento a margine dell’incontro: «Quanto emerso permette di riporre fiducia nel trasporto pubblico e nell’insieme dei suoi operatori, che stanno collaborando per una gestione immediata delle criticità, con la prospettiva di una soluzione dei problemi specifici.

Pur nelle distinzioni e sottolineature, si rileva una forte convergenza tra tutti i soggetti coinvolti, tenendo conto - sottolinea il presidente - che la nostra Agenzia non gestisce direttamente il servizio, che è affidato alle società». In concreto? «Di fatto - aggiunge Gentilini - abbiamo rivisto l’organizzazione del lavoro e gli orari su interi settori territoriali, come la zona della Bassa completamente rivoluzionata per assecondare la programmazione scolastica». Le scuole. C’è da dire, poi, che le riserve industriali, ossia gli autisti a disposizione, sono in esaurimento, per cui quando «la coperta è corta», tale rimane. Viene richiesta anche una maggiore collaborazione da parte delle istituzioni scolastiche. Oltre al problema della massiccia assenza di conducenti, in questa ultima settimana permangono i vincoli su cui a suo tempo era stata modulata l’intera macchina, con un doppio turno d’ingresso modellato su una percentuale di 60/40 applicato ai 45mila alunni che utilizzano i pullman.

«È fondamentale - rimarca il dirigente dell’Ust, Giuseppe Bonelli - che gli studenti si impegnino a prendere i pullman giusti per le loro fasce di orario ed è necessario che le scuole rispettino il quadro definitivo. Abbiamo istituti che hanno adottato soluzioni intermedie; daremo indicazioni sulla riduzione delle ore a 50 minuti, per avere un po’ di agio e flessibilità, tuttavia riteniamo che le punte di disagio non rappresentino la fotografia di un insieme, le cui difficoltà si vanno appianando».

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